Sabato 6 settembre, piazza del Campidoglio sarà il centro della mobilitazione romana a sostegno della Global Sumud Flotilla, l’iniziativa civile e non violenta che ha l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari a Gaza, riaprire i corridoi e rompere l’assedio che isola la popolazione palestinese. L’appuntamento è fissato alle 18, in contemporanea con decine di presidi e manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia, promossi da associazioni, movimenti, sindacati e realtà civiche.
Alla mobilitazione prenderà parte anche la presidente dell’assemblea capitolina, Svetlana Celli, che in una nota ha sottolineato: «Domani sarò in piazza del Campidoglio per la manifestazione a sostegno della Global Sumud Flotilla, impegnata a portare aiuti alla popolazione palestinese. Insieme alle forze politiche, ai sindacati, alle associazioni e ai cittadini faremo sentire con forza la nostra voce per fermare la barbarie che si sta consumando nella Striscia di Gaza. Roma vuole la pace. È il momento di farsi sentire con responsabilità e determinazione, per chiedere all’Italia e al Governo da che parte stare. Noi siamo dalla parte dei civili innocenti, dei diritti umani, della legalità internazionale».
Numerose le sigle promotrici che hanno aderito all’appello, tra cui Anpi provinciale di Roma, Articolo 21, Associazione Stampa Romana, Auser Lazio, Atac Roma, Casa internazionale delle donne, Cgil Roma e Lazio, Federconsumatori Lazio, Gaynet, Libera, Nonna Roma, Rete degli Studenti Medi, Sbilanciamoci, Sunia Roma, Uds e Udu Roma, insieme a molti comitati cittadini e realtà territoriali. A sostegno della mobilitazione si è espressa anche la Comunità Palestinese di Roma e Lazio, mentre sul piano sindacale è prevista la presenza del segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, che parteciperà al presidio in Campidoglio.
In una nota congiunta, le associazioni promotrici denunciano che «l’ignobile massacro nei confronti della popolazione civile palestinese, il blocco degli aiuti umanitari, i bombardamenti e lo sfollamento forzato configurano un vero e proprio genocidio». Le stesse realtà sottolineano che la scelta del governo israeliano di proseguire l’assedio e di costruire nuovi insediamenti «conferma l’obiettivo di eliminare la fattibilità dei due stati per due popoli e la possibilità stessa di esistenza dello Stato palestinese».
Da qui la richiesta rivolta al governo italiano di «schierarsi dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale» e l’appello alla comunità internazionale a non restare in silenzio. «Non è più – affermano le associazioni – il tempo delle parole. Stati e governi democratici, membri delle Nazioni Unite e firmatari di accordi e trattati sui diritti umani hanno il dovere di fermare questa barbarie».
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