
Blitz all’alba contro ambienti collegati al clan Senese. I carabinieri, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere per una lunga serie di reati. Dai tentati omicidi alle estorsioni mafiose, dal porto illegale di armi a un tentato sequestro di persona.
L’inchiesta nasce nel dicembre 2022, quando il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma avvia un lavoro sotto traccia che, col tempo, permette di mettere insieme tasselli giudicati gravi e coerenti. Nel mirino finiscono due tentati omicidi avvenuti tra aprile e maggio del 2023 nei quartieri Tuscolano e Don Bosco. Sparatorie legate a tensioni nella gestione del narcotraffico. Emergono poi attività di spaccio di cocaina e hashish e un tentativo di estorsione ai danni di un gioielliere della Capitale.
Su questo episodio, spiegano gli investigatori, si sarebbero sovrapposti anche gli interessi del clan Di Lauro. Tutto sarebbe partito da un malvivente romano che avrebbe fatto credere di essere un emissario dei Senese, scatenando così la reazione violenta sia dei campani sia del gruppo capitolino guidato da Angelo Senese. Il risultato: una richiesta «risarcitoria» da 200mila euro.
L’indagine ricostruisce anche un tentato sequestro di persona, progettato per costringere la vittima a consegnare la somma di denaro attraverso minacce e violenze. Il rapimento, però, non arriva a compimento: i Carabinieri intervengono nel momento decisivo, mentre l’uomo sta per essere trascinato in una cantina dove sarebbe stato rinchiuso. Un intervento che, di fatto, gli salva la vita. A seguire, secondo gli inquirenti, parte una spedizione punitiva contro chi non aveva portato a termine il sequestro.
Durante le perquisizioni scattate in parallelo all’ordinanza, i Carabinieri fermano altri due uomini in flagranza: avevano con sé 1,3 chili di cocaina e 300 grammi di hashish. In varie abitazioni e nascondigli vengono poi trovati tredici orologi di lusso, per un valore di circa 350 mila euro, ritenuti frutto di attività criminali.
Tutti gli arrestati sono stati portati in carcere e nei prossimi giorni compariranno davanti al G.I.P. per l’interrogatorio di garanzia. Come sempre in questa fase, è bene ricordare che gli indagati sono da considerare presunti innocenti fino alla sentenza definitiva.
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