Roma si piazza al 66° posto nella classifica nazionale di Ecosistema Urbano 2025, il rapporto annuale di Legambiente e Ambienteitalia che analizza le performance ambientali dei 106 capoluoghi italiani. Con un punteggio del 51,04%, la Capitale resta comunque la città migliore del Lazio, seguita da Rieti (70°), Viterbo (83°), Latina (93°) e Frosinone (96°), penultima a livello nazionale.
La distanza con i territori più virtuosi è evidente. Trento guida la classifica con il 79,78%, Mantova è seconda con il 78,74% e Bergamo terza con il 71,82%. Si tratta di punteggi nettamente superiori rispetto a quelli della Capitale, che confermano un divario ormai consolidato.
«I capoluoghi del Lazio restano tutti nella parte bassa della classifica, i dati più positivi a Roma che rimane stabile con lievi miglioramenti su raccolta differenziata e dispersione idrica - ha spiegato Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Nella Capitale bisogna velocizzare tutti i cantieri della transizione ecologica, dalla mobilità collettiva al miglioramento della raccolta dei rifiuti».
Sul fronte della qualità dell’aria Roma fa segnare 27 μg/mc di NO2, il valore più alto tra i capoluoghi regionali, superando Latina (26) e Frosinone (23). Per il Pm10 la Capitale si ferma a 25 μg/mc, dietro Frosinone (27), mentre Rieti e Viterbo si mantengono sotto i 20 μg/mc. L’ozono, altro indicatore chiave, supera la soglia per 29 giorni all’anno, una delle frequenze più alte tra le grandi città italiane.
Questi dati confermano la persistenza di un inquinamento atmosferico legato soprattutto al traffico veicolare e all’assenza di una mobilità davvero alternativa all’auto privata.
La situazione idrica nel Lazio resta critica. Latina si colloca tra le peggiori province d’Italia con una dispersione idrica del 68,1%. Seguono Rieti con il 62%, Frosinone con il 54,8% e Viterbo con il 40%. Roma migliora rispetto agli anni precedenti ma perde comunque il 27,8% dell’acqua immessa in rete. Anche i consumi restano elevati: nella Capitale ogni abitante utilizza in media 178 litri d’acqua al giorno, contro i 120 di Latina e i 122 di Viterbo.
La rete idrica colabrodo, in particolare nella provincia pontina, continua a rappresentare un nodo storico per la regione.
La raccolta differenziata cresce ma resta insufficiente. Frosinone guida la regione con il 69,3%, seguita da Viterbo con il 55,2%, Rieti con il 53,9% e Latina con il 52,2%. Roma si ferma al 46,5%, ma il dato mostra i primi segnali positivi dopo anni di paralisi. La produzione pro capite nella Capitale resta invece molto alta, con 581 chilogrammi di rifiuti per abitante all’anno, uno dei valori più elevati in Italia.
Si tratta di un indicatore chiave: la Capitale, nonostante le difficoltà croniche nella gestione dei rifiuti, inizia a mostrare qualche passo avanti ma è ancora molto lontana dagli standard fissati dalla normativa europea.
Il tasso di motorizzazione è tra i più alti del Paese. Roma conta 68 auto ogni 100 abitanti, superando la media europea di 58, mentre Frosinone arriva a 83, uno dei dati peggiori d’Italia.
Il trasporto pubblico è utilizzato più che altrove nel Lazio: nella Capitale si registrano 277 viaggi per abitante all’anno. Tuttavia, la rete ciclabile resta molto ridotta: 2,52 metri quadrati per 100 abitanti, contro i 14,35 di Rieti e i 6,54 di Frosinone.
La mobilità romana, insomma, continua a ruotare attorno all’auto privata, con pochi spazi per la ciclabilità e una rete di trasporto pubblico ancora insufficiente per invertire la tendenza.
Roma dispone di 16,9 metri quadrati di verde urbano accessibile per abitante, dietro Rieti (18,7) ma davanti a Latina (10,9) e Viterbo (5,7). È uno dei dati più positivi per la Capitale. Ancora migliore la performance sull’uso efficiente del suolo, dove Roma ottiene 9 punti su 10, tra i punteggi più alti a livello nazionale.
Questo indicatore premia l’attenzione, almeno parziale, alla gestione dello spazio urbano e al contenimento del consumo di suolo, un aspetto in cui Roma riesce a distinguersi rispetto ad altri capoluoghi laziali.
Il Lazio mostra risultati disomogenei. Viterbo è la migliore con 7,15 kW ogni 1.000 abitanti, seguita da Rieti con 4,06 e Frosinone con 2,68. Roma si ferma a 0,70 kW, tra i valori più bassi dei grandi centri urbani italiani.
Un ritardo pesante, soprattutto considerando il potenziale di produzione di energia rinnovabile della Capitale, ancora poco sfruttato.
Il quadro complessivo conferma che Roma guida il Lazio, ma resta nella fascia bassa della classifica nazionale, lontana dalle città virtuose del Nord.
«Per gli altri capoluoghi, rispetto a dati troppo negativi, c’è la necessità di un corposo cambio di passo - ha sottolineato Scacchi -. In particolare a Latina e Frosinone da troppi anni stabilmente nel fondo della classifica di Ecosistema Urbano».
Roma si piazza al 66° posto con un punteggio di 51,04%, confermandosi prima nel Lazio ma molto lontana dalle città più virtuose.
La qualità dell’aria è uno dei problemi principali: i livelli di NO2 raggiungono 27 μg/mc, con 25 μg/mc di Pm10 e 29 giorni di superamento dei limiti di ozono. Il traffico resta la principale causa dell’inquinamento.
Sul fronte idrico la situazione migliora ma resta fragile: la dispersione è al 27,8% e i consumi sono tra i più alti d’Italia con 178 litri per abitante al giorno. Anche nella gestione dei rifiuti si nota una timida inversione di tendenza. La raccolta differenziata cresce al 46,5% ma resta lontana dagli obiettivi di legge, mentre la produzione è ancora elevata con 581 chilogrammi pro capite l’anno.
La mobilità continua a essere dominata dall’auto privata. Con 68 vetture ogni 100 abitanti e una rete ciclabile di appena 2,52 metri quadrati per 100 abitanti, Roma fatica a costruire un modello di spostamento sostenibile, nonostante i 277 viaggi annui pro capite sul trasporto pubblico rappresentino un dato discreto rispetto al resto della regione.
Il verde urbano resta un punto relativamente positivo: la città offre 16,9 metri quadrati per abitante e ottiene un ottimo 9 su 10 nell’indice sull’uso efficiente del suolo. Il dato sulle energie rinnovabili - solo 0,70 kW per 1.000 abitanti - rivela un enorme potenziale ancora inespresso.
Roma resta quindi in una posizione medio-bassa, segnalando qualche segnale di miglioramento, ma anche ritardi strutturali che impediscono alla Capitale di avvicinarsi ai livelli dei centri urbani più avanzati. La sfida è chiara: accelerare sulla transizione ecologica, superare l’emergenza rifiuti e ridurre l’inquinamento atmosferico per trasformare davvero il volto ambientale della città.
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