Ogni tre giorni circa Roma conta un morto sulle proprie strade: la Capitale è la città più pericolosa d’Italia per attraversamenti pedonali e scontri tra autoveicoli. A questo si aggiunge anche il costo sociale, stimato attorno al miliardo di euro l’anno (circa 350 euro ad abitante della Capitale), dall’assessore alla Mobilità Eugenio Patané.
La sicurezza stradale è per la città di Roma un problema sociale ed economico, su cui l’amministrazione aveva mostrato il proprio interesse a porre rimedio già dalla campagna elettorale di tre anni fa, arrivando ad oggi con delle azioni concrete che si auspica cambieranno le abitudini di chi non rispetta limiti e sicurezza.
Gli interventi che si stanno delineando sono di diversa natura. Si passa da maggiori controlli sulla velocità con l’installazione di nuovi autovelox a controlli sui semafori con nuove telecamere per chi passa con il rosso e nuovi limiti alla circolazione. La questione non è però solo di controllo dei guidatori ma anche di miglioramento delle infrastrutture viarie. Per questo si sta lavorando anche sulla messa in sicurezza di quelle vie e incroci pericolosi, come i cosiddetti “black point”, oltre a diverse azioni per invogliare i cittadini a prendere sempre meno il proprio mezzo privato, aumentando i servizi pubblici e migliorando l’accesso a forme di mobilità sostenibile.
Tra le misure che maggiormente impatteranno sulla vita di chi quotidianamente utilizza un’autovettura privata ci sono i 60 nuovi autovelox che il Comune vorrebbe applicare in diverse zone della città. Al momento ne sono in taratura e sperimentazione le prime sei postazioni tra la Tangenziale est, viale Isacco Newton e la via del Mare. Poi ne dovrebbero arrivare gli altri da posizionare in luoghi non ancora noti delle strade città anche se, come stabilito dal nuovo Codice della strada, non potranno riguardare le vie dove si richiederà di viaggiare a un massimo di 30 chilometri orari.
La velocità nelle strade, racconta l’assessore Patané in un video pubblicato sui suoi canali social, è infatti uno dei fattori determinanti per l’aumento della mortalità di uno scontro su strada. Proprio per ridurne gli effetti, il Comune sta quindi provando a implementare i divieti e abbassare la velocità di marcia in alcune zone e vie di Roma. Il piano più ambizioso è quello di trasformare l’area del Centro storico di Roma in una “zona 30”, sul modello di Bologna, dove in poche parole viene richiesto di non superare la velocità di guida di 30 chilometri orari.
Lo stesso limite il Comune vorrebbe quindi imporlo su altre 52 strade della Capitale, 35 delle quali già note e sparse per tutti i restanti municipi della città. Su queste vie non potranno però essere applicati i controlli con gli autovelox. Il nuovo Codice della strada voluto dal Ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, infatti, prevede un divieto per il controllo (sia fisso che mobile) su arterie in cui si richiede di mantenere una velocità di 30 chilometri orari.
In merito alle telecamere ai semafori, invece, al momento non c’è ancora un elenco dettagliato degli incroci sensibili. Ciò che è noto è che verranno installati entro il primo trimestre del 2026 i 38 apparati su 24 postazioni, riferiti a 15 incroci sensibili. Tra questi, ci sono: via Nomentana-Viale Regina Margherita; via Cristoforo Colombo-Via Laurentina; Piazzale Clodio-Viale Mazzini; Via Prenestina-Largo Preneste; Via Casilina-Via Togliatti.
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