Il consigliere regionale del Lazio Enrico Tiero, esponente di Fratelli d’Italia, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Come risulta da fonti della magistratura, il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina su richiesta della procura, dopo un’indagine condotta dai carabinieri e dalla Guardia di finanza.
Secondo quanto emerso, Tiero avrebbe utilizzato la propria funzione pubblica per favorire imprenditori e soggetti privati in cambio di assunzioni e altri benefici. Tra gli episodi contestati figura l’assunzione a tempo indeterminato della figlia presso una struttura sanitaria del gruppo Icot di Latina, nonché pressioni per ampliare il numero di posti letto accreditati. L’indagine riguarda anche rapporti tra il consigliere e alcuni imprenditori attivi nei settori dei rifiuti e della sanità.
Come risulta dagli atti, Tiero avrebbe ricevuto favori e, in un caso, sembra aver ricevuto denaro in cambio del proprio intervento. In altri episodi, avrebbe sollecitato l’assunzione di conoscenti presso studi odontoiatrici e aziende che operano con la Regione, fornendo in cambio tessere di partito e promesse di sostegno politico.
Le conversazioni intercettate, riportate negli atti d’indagine, documenterebbero un’attività sistematica di intermediazione e di pressione su funzionari e dirigenti regionali. Gli inquirenti ipotizzano un “metodo” fondato sullo scambio di favori e sull’utilizzo della posizione istituzionale per ottenere vantaggi personali o politici.
La difesa di Tiero, rappresentata dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha annunciato ricorso al Tribunale del Riesame e respinge ogni accusa. Il legale sostiene che il consigliere «ha sempre agito nel rispetto delle regole amministrative» e che «gli episodi contestati sono frutto di travisamenti».
In ambienti di Fratelli d’Italia emergono preoccupazioni per gli effetti che l’inchiesta potrebbe avere su una maggioranza regionale che, negli ultimi mesi, ha già vissuto forti frizioni politiche. L’indagine, coordinata dalla procura di Latina, prosegue con l’analisi delle intercettazioni e dei flussi finanziari relativi agli episodi contestati.
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