La guardia di Finanza ha messo a segno nove misure cautelari nell’ambito della seconda fase dell’inchiesta sugli appalti pilotati, coordinata dalla procura di Civitavecchia. Una vicenda che si sta allargando a macchia d’olio e che, tra corruzione e gare truccate, sta rivelando un sistema consolidato di favori e interessi incrociati.
Già a giugno, la prima tranche delle indagini aveva portato a quattro misure restrittive per presunte irregolarità nel settore delle politiche sociali. Ora, i provvedimenti diventano tredici in totale, con dentro assessori, dirigenti comunali, imprenditori e perfino il direttore artistico del Comune.
Secondo la Procura, funzionari pubblici e politici locali avrebbero garantito appalti a imprenditori amici in cambio di visibilità e carriere spianate. Un giro che passava attraverso affidamenti diretti (spesso illegali), spezzettamento artificioso dei lotti per evitare le gare pubbliche e un uso spregiudicato della burocrazia.
Il risultato è un vero e proprio «oligopolio» imprenditoriale, con poche mani a spartirsi milioni di euro di lavori e servizi.
Sono 9 le misure cautelari emesse oggi, tra cui 3 arresti domiciliari, di cui fa parte Direttore Artistico e due imprenditori. Poi 4 misure coercitive tra obbligo di dimora e firma (due assessori, un funzionario comunale e un imprenditore). Anche una interdizione dai pubblici uffici per un dirigente comunale (12 mesi)e poi un divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un imprenditore (un anno).
La società sotto la lente tra il 2018 e il 2023 avrebbe emesso fatture false per oltre 1,4 milioni di euro, senza contabilità né dichiarazioni fiscali. I soldi sparivano poi tra prelievi in contanti e conti esteri.
Una cooperativa in particolare ha ricevuto 42 appalti per oltre 4,1 milioni di euro, di cui ben 26 tramite affidamento diretto. Ma le fatture emesse arrivavano a quasi 9,5 milioni: un buco enorme, che fa pensare ad altri lavori affidati e fatturati in maniera illecita.
Il procuratore Alberto Liguori parla chiaramente di «rapporti anomali tra operatori economici e funzionari pubblici», sottolineando come la politica locale avrebbe favorito questo sistema in cambio di vantaggi personali.
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