Roma, 3 settembre 2025
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Antico Caffè Greco, dopo l'incontro tra i gestori e i proprietari rinviato lo sfratto: nuova data fissata al 22 settembre

Lo storico locale di via dei Condotti ottiene un nuovo rinvio: il braccio di ferro tra i gestori e l’Ospedale Israelitico si sposta al 22 settembre

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 18 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

L’Antico Caffè Greco di via dei Condotti ottiene un'altra proroga. Lo sfratto dello storico locale, fondato nel 1760 e da secoli punto di incontro per artisti e intellettuali, è stato di nuovo rinviato: l’esecuzione è ora fissata al 22 settembre.

La decisione è arrivata dopo un incontro durato circa due ore, avvenuto questa mattina al civico 85, accanto alla sede del bar. Presenti l’ufficiale giudiziario, il gestore Carlo Pellegrini (marito della titolare Flavia Iozzi), e i legali dell’Ospedale Israelitico, proprietario dell’immobile: gli avvocati Ugo Limentani e Alessandro Ciciarelli.

Una vicenda lunga otto anni

Il contenzioso nasce nel 2017, con la scadenza del contratto di locazione e la richiesta dell’Ospedale Israelitico di rientrare in possesso dei locali. Dopo anni di ricorsi e rinvii, nel luglio 2023 la Corte di Cassazione ha confermato la disdetta del contratto, sancendo lo sgombero. Da allora, tuttavia, l’esecuzione è stata più volte posticipata.

«Fino al 22 settembre molte cose possono cambiare – ha dichiarato Pellegrini –. Salveremo questo locale e riapriremo appena finiranno le ferie». Secondo il gestore, l’Ospedale Israelitico avrebbe rifiutato «un’offerta di nuovo contratto da 800 mila euro l’anno, superiore persino a quanto previsto dal piano di risanamento dell’ente».

Sul fronte opposto, l’avvocato Limentani ha espresso frustrazione: «È inaccettabile non riuscire a vedere applicata la legge, con un danno economico che sottrae fondi alla salute pubblica». L’avvocato Ciciarelli ha ribadito: «Il 22 settembre ci sarà un nuovo accesso per eseguire finalmente il provvedimento».

Proposte e contraddizioni

Il gestore sostiene che siano state presentate diverse offerte respinte: non solo un canone annuo da 800 mila euro, ma anche l’acquisto delle mura per 10 milioni di euro, o soluzioni alternative come fitto o cessione d’azienda. «Evidentemente – ha commentato Pellegrini – c’è chi non ha interesse né a salvare un bene culturale come l’Antico Caffè Greco né alle sorti dell’Ospedale Israelitico».

A complicare il quadro giuridico, poi, interviene il recente decreto legislativo 219/2024, che stabilisce l’obbligo di mantenere in via Condotti la denominazione «Caffè Greco». L’Ufficiale Giudiziario, di fronte a questa apparente contraddizione con la sentenza di Cassazione, si rivolgerà al Giudice dell’Esecuzione, che potrebbe chiedere un parere al Ministero della Cultura.

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