Dopo otto anni di battaglie legali, oggi scatta ufficialmente lo sfratto per i gestori dell’Antico Caffè Greco, lo storico locale di via dei Condotti fondato nel 1760 e frequentato, nei secoli, da artisti e intellettuali come Baudelaire, Nietzsche, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio.
Il contenzioso, che vede opposti i gestori all’Ospedale Israelitico, proprietario dei locali, si era chiuso nel luglio 2023 con la sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la disdetta del contratto di locazione, scaduto nel 2017. Da oggi, quindi, l’Ospedale può rientrare in possesso della struttura, protetta dal 1953 da un vincolo storico-culturale posto dall’allora ministro dell’Istruzione Antonio Segni.
«Una sentenza un po’ pilatesca – commenta Carlo Pellegrini, che gestisce il Caffè Greco insieme alla moglie Flavia – perché da un lato dice che non si può impedire al locatore di intimare lo sfratto ma dall’altro riconosce che il locale deve rimanere dov’è, vincolato com’è».
Pellegrini ricorda di aver presentato un’offerta di affitto più alta rispetto a quella prevista nel piano di risanamento dell’Ospedale, proposta che però è stata rifiutata. «Dopo otto anni di battaglia – ha detto poi– la vicenda non si chiuderà domani: ci faremo trovare con i nostri avvocati».
Il nodo, ora, riguarda arredi e quadri storici che da sempre arredano le sale del Caffè e che sono anch’essi sottoposti a vincolo. «Li abbiamo spostati temporaneamente per ragioni di sicurezza, ma sono nostri: li abbiamo acquistati», ribatte il gestore.
Di diverso avviso l’avvocato Ugo Limentani, legale dell’Ospedale Israelitico: «I gestori hanno portato via lo storico arredo adducendo motivi di salvaguardia, ma c’è un vincolo di inamovibilità su mobili e quadri, che dunque devono tornare alla loro sede originaria».
Gli arredi dell'Antico Caffè Greco
Secondo il legale, gli arredi sono inclusi nel vincolo del 1953, insieme alla licenza del locale: «In tutti questi anni abbiamo chiesto ai gestori di esibire titoli di proprietà. Anche qualora lo fossero davvero, resta l’obbligo di restituzione: dopo, eventualmente, ci sarà un indennizzo».
La vicenda ha acceso anche il dibattito politico. Il parlamentare Domenico Gramazio ha chiesto un intervento del governo per fermare lo sfratto. «L’Ospedale Israelitico preferisce affondare piuttosto che accettare un’offerta che lo salverebbe, pur di cacciare l’Antico Caffè Greco, cuore culturale e cosmopolita di Roma da oltre 270 anni», ha dichiarato.
Secondo Gramazio, dietro l’operazione ci sarebbe una mera speculazione immobiliare, con il rischio che lo storico caffè venga sostituito da una nuova boutique di lusso. «Il governo, con la legge 219/2024, ha riconosciuto il Caffè Greco come bene culturale unitario e intoccabile. Ora serve un intervento politico che riporti l’Ospedale Israelitico alla ragione», ha concluso.
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