
Metadescrizione: Al Maxxi di Roma il convegno di «Pari» mette al centro la violenza di genere nei luoghi di lavoro. Dati insufficienti, prevenzione, impatto economico e nuovi progetti formativi al cuore del dibattito.
Nella sala auditorium del Maxxi di Roma si è aperta una mattinata intensa, segnata dalla volontà di portare alla luce ciò che spesso rimane nascosto: la violenza di genere nei contesti professionali. L’associazione «Pari», prima realtà europea di imprese dedicata al tema, ha ribadito la propria missione: «Fare cultura contro la violenza di genere, a partire dai luoghi di lavoro».
A inaugurare l’evento è stata Federica Santini, vicepresidente, che ha richiamato l’attenzione su un nodo cruciale: la mancanza di dati strutturati. «A volte emerge solo la punta dell’iceberg, sappiamo che la violenza si declina in tante forme e stiamo cercando di indagare», ha detto, sottolineando quanto la lettura del fenomeno resti parziale.
Anna Maria Tarantola, della Fondazione Giulia Cecchettin, ha messo in luce le dinamiche della violenza economica, tema ancora poco compreso ma determinante nel definire squilibri e dipendenze che si riflettono nella vita lavorativa. A seguire, l’Osservatorio dati ha presentato lo studio «Violenza di genere e lavoro. La realtà nei dati», un’analisi qualitativa che anticipa la scheda di autovalutazione destinata alle aziende nel 2026. Dalla ricerca è emersa «una scarsa consapevolezza del fenomeno», come spiegato dalla relatrice.
A spezzare la distanza analitica, il monologo di Maurizio De Giovanni tratto da Pugni nel cuore ha restituito la dimensione umana e profonda delle radici della violenza maschile, creando uno dei momenti più intensi della mattinata.
La seconda parte dei lavori ha visto confrontarsi Elisa Ercoli di Differenza Donna e gli avvocati Lara Benetti e Luca Capone, che hanno illustrato modelli di intervento concreti. La Fondazione Kering ha invece approfondito come la violenza domestica influisca sulla continuità e sicurezza lavorativa.
«Pari», sostenuta da oltre quaranta organizzazioni tra cui Atm, Astrazeneca, Fastweb, Hera, Snam e Trenord, ha annunciato un nuovo passo: dal 2026 verranno attivati corsi dedicati ai figli dei dipendenti. «Riteniamo che questa formazione preventiva debba iniziare appena possibile», ha ricordato Santini.
Cambiare la cultura è possibile solo attraverso un’azione collettiva e quotidiana, proprio nei luoghi dove trascorriamo gran parte delle nostre vite.
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