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Visti per l'Italia dal Bangladesh in cambio di orologi e telefoni: 5 arresti

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 19 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Per ottenere i visti, gli indagati contattavano i vertici di società italiane, i quali, dietro compenso, avrebbero assunto gli extracomunitari per finta, fornendo così la documentazione necessaria per presentare l’istanza telematica e ottenere il nulla osta per l’ingresso in Italia

visto italia

Lo schema di corruzione vedeva coinvolti due impiegati dell’ufficio visti di un’ambasciata italiana in Bangladesh, ora indagati e agli arresti domiciliari. Questi avrebbero accettato tangenti sotto forma di denaro, telefoni, orologi di lusso, viaggi aerei e persino investimenti immobiliari negli Emirati Arabi Uniti, in cambio di favori per la gestione delle pratiche di rilascio dei visti a cittadini bengalesi segnalati. L'inchiesta era nata due anni dopo una denuncia di Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d'Italia.


Visti per l'Italia, un sistema collaudato

L'operazione contro la corruzione legata al rilascio di visti d’ingresso in Italia ha portato all’arresto di cinque persone da parte dei finanzieri del comando di Roma, su ordine della magistratura. Due degli arrestati sono stati portati in carcere, mentre gli altri tre sono stati posti agli arresti domiciliari.


Secondo le indagini, coordinate dalla procura e dalla finanza, al centro del sistema ci sarebbe stato un imprenditore extracomunitario residente nella capitale che avrebbe organizzato un importante traffico illegale di ingressi in Italia, sfruttando le opportunità offerte dal cosiddetto “decreto flussi”.


Per ottenere i visti, gli indagati contattavano i vertici di società italiane, i quali, dietro compenso, avrebbero assunto gli extracomunitari per finta, fornendo così la documentazione necessaria per presentare l’istanza telematica e ottenere il nulla osta per l’ingresso in Italia. Non solo: coloro che erano già in Italia avrebbero richiesto ai connazionali appena arrivati dei soldi, una parte delle quali fissa e un’altra proporzionale ai futuri guadagni lavorativi in Italia.

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