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Rossellini, scontri e spintoni tra polizia e studenti che contestano un convegno sulle foibe

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 6 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Secondo quanto raccontato dai collettivi, i ragazzi del Rossellini hanno organizzato un presidio per contestare l’iniziativa del convegno sulle foibe. «È arrivata la celere per impedire l’ingresso ai ragazzi al convegno, in teoria rivolto a loro»

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È salita la tensione all'entrata dell'istituto cine-tv Rossellini dove per questa mattina era previsto l'arrivo del senatore Roberto Menia, ex missino, poi esponente del Popolo della Libertà e oggi senatore di Fratelli d'Italia, firmatario della legge del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe.


Rossellini, gli studenti: «La polizia ha reagito con violenza»

Secondo quanto raccontato dai collettivi, i ragazzi dell’istituto hanno organizzato un presidio per contestare l’iniziativa del convegno sulle foibe. «È arrivata la celere per impedire l’ingresso ai ragazzi al convegno, in teoria rivolto a loro. Alcuni studenti sono riusciti ad entrare e la Polizia ha reagito con violenza verso di loro: nonostante ciò sono riusciti a contestare Menia. Ecco la scuola di Valditara: repressione del dissenso con fermi di polizia e studenti maltrattati, noi stiamo con i ragazzi, senza conflitto non c’è democrazia!».


L'evento aveva già scatenato una forte reazione da parte degli studenti, i quali hanno criticato l’impostazione revisionista della celebrazione, spesso impiegata per alterare la narrazione storica e mettere in secondo piano i crimini del fascismo.


L'incontro era stato ripianificato per oggi dopo l'intervento del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che aveva sollecitato una nuova calendarizzazione dell’iniziativa. «Mi auguro che l’evento possa essere al più presto recuperato. Ci impegneremo sempre affinché la scuola resti un luogo di libero confronto», aveva dichiarato il ministro.


Gli studenti del Rossellini si erano mobilitati fin dall'inizio per impedire che l’istituto diventasse uno spazio per la propaganda neofascista. «Il Giorno del Ricordo – hanno scritto gli studenti – viene usato in modo strumentale per equiparare fascisti e antifascisti, vittime e carnefici, ignorando il contesto dell’occupazione fascista nei Balcani e le violenze commesse dal regime italiano».





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