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Ostia riprova l’indipendenza da Roma. Negati i referendum, arriva la proposta di legge

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 25 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

La volontà indipendentista di Ostia viene portata avanti da Ettore Rosato e Valentina Grippo, due deputati di Azione pronti a portare battaglia in Parlamento


lungomare ostia

Ci provarono in Regione con due referendum e adesso l’idea è quella di arrivare fino in Parlamento. Si apre un nuovo capitolo della lunga storia d’indipendenza di Ostia da Roma, sull’esempio di Fiumicino (già indipendente dal 1992 a seguito di una consultazione referendaria popolare).


Stavolta l’istanza non sarà più però per mano di voto popolare dato che la Regione aveva negato a settembre l’organizzazione dell’ennesimo tentativo. Ecco allora che i parlamentari di Azione Ettore Rosato e Valentina Grippo si sono proposti per portare la questione direttamente a Montecitorio, con una proposta di legge.


Le ragioni del Comitato e il diniego della Regione

«I territori di Ostia Antica e del Lido di Ostia rappresentano un’anomalia amministrativa poiché posti interamente all’esterno del Raccordo Anulare, molto distanti dal centro città, con una loro identità, una loro storia comune, peculiare ed indipendente». Così recita la presentazione del Comitato Progetto Comune sul proprio sito internet in cui racconta la storia di una battaglia decennale.


Una storia che il Comitato ha portato avanti da tempo e che ha previsto anche diversi passaggi burocratici e amministrativi, come, banalmente, la definizione dei confini territoriali. Se indipendente, si legge sul sito, «Ostia avrebbe un’estensione territoriale di quasi 5.500 ettari e una popolazione di circa 100.000 abitanti» che la renderebbe, sempre a detta del Comitato, il terzo Comune del Lazio e il secondo della Città Metropolitana.


Un’idea che ha coinvolto molto i cittadini del X Municipio che oltretutto in due occasioni sono stati anche chiamati alle urne per esprimere il loro parere. La prima volta nel 1989 l’88% si espresse ad esempio a favore (ma senza che venne raggiunta l’affluenza necessaria). Al che i comitati ci riprovarono nel 1999, anche stavolta senza raggiungere il quorum necessario.


Nel 2019, l'idea di una nuova consultazione è stata riproposta, focalizzandosi sulle zone di Ostia, Ostia Antica, Castel Fusano e parte dell'Infernetto, ma l'iniziativa non ha portato a una consultazione ufficiale. Il Comitato è quindi tornato all’azione nel 2025, ricevendo una risposta negativa dalla Regione Lazio, impossibilitata a indire referendum riguardanti la separazione di fazioni all’interno della Città Metropolitana di Roma Capitale.


La proposta di legge

La questione è quindi diventata di interesse statale, grazie ai deputati Ettore Rosato e Valentina Grippo di Azione.


La proposta di legge è quindi giunta alla Camera dei Deputati e prevede lo svolgimento di un referendum consultivo nelle aree interessate, senza la necessità di raggiungere un quorum di partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto.


Il Comitato Promotore per Ostia Comune, che da anni affronta la questione in tutti i suoi aspetti (dall’urbanistica, passando dai trasporti, fino ai servizi) in maniera tecnica, auspica «un’ampia convergenza dei partiti su questa proposta di legge che consentirà ai 100.000 cittadini di Ostia di decidere il futuro della città con un referendum che resta la più alta forma di democrazia prevista dalla nostra Costituzione».

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