Entrambe le madri possono riconoscere i figli. Il Campidoglio esulta per la sentenza della Consulta
- Titty Santoriello Indiano
- 18 ore fa
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Aggiornamento: 2 ore fa
Gualtieri: «Ho già trascritto i certificati esteri di 11 bambine e bambini, nati all'estero, garantendo loro piena cittadinanza»

Le bambine e i bambini nati in Italia con la procreazione medicalmente assistita, eseguita all'estero, possono essere riconosciuti da entrambe le mamme, non solo da quella biologica. Lo ha stabilito la sentenza 68 della Corte Costituzionale che, di fatto, blocca le indicazioni della circolare del Viminale del giugno 2023. Quest'utlima chiedeva di cancellare dagli atti di nascita la madre «intenzionale». Un provvedimento che era stato impugnato in vari casi e che era considerato lesivo sia dei diritti dei bambini che delle mamme.
Gualtieri: «Riconoscimento dei diritti dei bambini»
«In mancanza di una legge da parte del Parlamento, come Roma Capitale abbiamo fin qui operato sulla base delle sentenze che ci davano la possibilità di trascrivere i certificati di nascita esteri con due mamme», ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che ha accolto «con molta soddisfazione» la sentenza.
«Ho già trascritto i certificati esteri di 11 bambine e bambini, nati all'estero, garantendo loro piena cittadinanza», ha ricordato il primo cittadino della Capitale.
«Il pronunciamento di oggi ci consegna un altro importante strumento che ci consentirà di fare un ulteriore passo avanti verso il riconoscimento di pari diritti per la tutela e il benessere delle bambine e dei bambini con due mamme della nostra città».
La questione aperta delle madri single
Sebbene sia rimasta aperta la questione delle madri single, la Corte Costituzionale ha voluto sottolineare che «non sussistono ostacoli costituzionali a una eventuale estensione, da parte del legislatore» all'accesso ai «nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale». La Consulta, quindi, spiega che è legittimo, per la nostra Costituzione, ipotizzare che una donna non in coppia diventi mamma con la pma ma sulla materia specifica demanda al Parlamento una legge ad hoc.
«Svolta storica» per le famiglie arcobaleno
Quella della Consulta è «una sentenza che restituisce dignità e serenità alle tante famiglie arcobaleno che vivono nel nostro Paese e che riconosce l'instancabile impegno dell'associazione Famiglie arcobaleno e il lavoro straordinario di Rete Lenford», dice Marilena Grassadonia, coordinatrice dell'ufficio diritti Lgbt+ del Campidoglio. «Una sentenza - aggiunge - che ci riconcilia con quel senso di giustizia e responsabilità che riconosce il diritto a bambini e bambine alla loro serenità». Parla di «svolta storica» anche Marta Bonafoni, consigliera regionale del Pd e coordinatrice della segreteria nazionale del partito. «Se due donne decidono di avere un figlio insieme, entrambe devono essere riconosciute come madri» sottolinea Bonafoni. «Questa sentenza - conclude la consigliera - smaschera l'accanimento ideologico del governo Meloni contro le famiglie arcobaleno, un accanimento che ha prodotto solo sofferenza, umiliazioni e battaglie legali ingiuste per tanti bambini e bambine, trattati come figli e figlie di serie b».
Coerenza con le scelte del Campidoglio
Anche il gruppo di Roma Futura in Campidoglio «esprime la sua grande soddisfazione per l'importante sentenza della Corte Costituzionale». «In questo modo - dichiarano i consiglieri Giovanni Caudo e Tiziana Biolghini - la Consulta restituisce dignità e pari diritti a tutti i minori nel nostro Paese». E' concorde la presidente della commissione Capitolina Pari opportunità Michela Cicculli secondo cui il pronunciamento della Consulta riconosce anche la «bontà sul piano umano e giuridico, in assenza di una legge nazionale, dell'azione straordinaria compiuta da Roma Capitale e dal sindaco Roberto Gualtieri, e da tutti i sindaci che hanno proceduto e stanno continuando in tal senso, con la trascrizione dei certificati esteri di bambine e bambini di coppie omogenitoriali composte da due madri».
Siru: «Ora serve una legge chiara»
Esulta la Società italiana di riproduzione umana che domani, 22 maggio, sarà impegnata nel VII Congresso della Siru Lazio. «Ancora una volta la Corte costituzionale si dimostra più lungimirante e aderente alla realtà rispetto alle decisioni prese dai nostri politici con decreti e leggi che non sono collegate alla realtà dei territori che governano», ha commentato Maria Giuseppina Picconeri, del consiglio direttivo sollecitando ora «una legge chiara, uniforme e che tenga conto di procedure consentite e legali in altri Paesi».