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La protesta dei giornalisti d'inchiesta della Rai: «Vogliamo un giusto contratto»

  • Immagine del redattore: Camilla Palladino
    Camilla Palladino
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Le istanza dei giornalisti precari della Rai sono state ribadite nella mattinata di mercoledì 21 maggio durante la mobilitazione organizzata davanti al centro di produzione di via Teulada

I giornalisti precari della Rai protestano in via Teulada
I giornalisti precari della Rai protestano in via Teulada

L’apertura immediata di un tavolo di confronto per regolarizzare la posizione contrattuale di chi lavora quotidianamente ai programmi di approfondimento del servizio pubblico e lo stop a ogni ipotesi di svuotamento delle redazioni, che rischia di concretizzarsi attraverso il trasferimento coatto dei giornalisti nelle sedi dei telegiornali regionali, con un vincolo di permanenza quinquennale. È la duplice richiesta avanzata dalle giornaliste e i giornalisti che lavorano nei programmi storici della Rai – «Report», «Presa Diretta», «Mi manda Rai 3», «Indovina chi viene a cena» ed «Elisir» – che hanno deciso di riunirsi in assemblea permanente per difendere il valore del giornalismo d’inchiesta e chiedere, con forza, il riconoscimento del proprio ruolo professionale attraverso un contratto giornalistico adeguato.


Le richieste dei giornalisti Rai

Le istanza dei giornalisti precari della Rai sono state ribadite nella mattinata di mercoledì 21 maggio durante la mobilitazione organizzata davanti al centro di produzione di via Teulada, a cui hanno partecipato diversi lavoratori del servizio pubblico. La protesta arriva in un momento delicato: in questi giorni, infatti, le sigle sindacali Usigrai e Unirai sono impegnate in un confronto con l’azienda per definire i criteri di una selezione interna destinata alle sedi regionali. In questo contesto, i giornalisti non contrattualizzati che operano nei programmi di inchiesta denunciano l’assenza di tutele e rivendicano il riconoscimento delle proprie competenze, fondamentali per mandare in onda trasmissioni che da anni rappresentano un pilastro dell’informazione pubblica.


L'appello ai sindacati

La richiesta ai vertici Rai, esplicitata anche attraverso gli interventi durante la manifestazione, è chiara: rispettare gli impegni assunti nel contratto di servizio, che prevede esplicitamente «la valorizzazione e la promozione della propria tradizione giornalistica d’inchiesta». Le assemblee delle redazioni coinvolte fanno inoltre sapere che si uniscono al percorso avviato dall’iniziativa «Fase 2 – Giusto contratto», rivolgendo un appello diretto ai sindacati affinché non venga sottoscritto alcun accordo relativo alla redistribuzione del personale verso le sedi regionali se prima non sarà garantita una regolarizzazione concreta per i giornalisti che lavorano nei programmi di approfondimento, inchiesta e reportage. «Solo così - concludono - sarà possibile assicurare continuità lavorativa e riconoscere appieno il valore e la specificità delle professionalità che alimentano, ogni giorno, il cuore dell’informazione Rai».



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