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Centocelle, famiglia con figlia disabile rischia di finire in strada. L'Unione Inquilini annuncia le barricate

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 22 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Dal 2017 in locazione a 850 euro al mese Ahmed rischia di essere cacciato il 24 gennaio, nonostante l’udienza per la verifica della sua morosità sia stata fissata per marzo

unione inquilini

Venerdì 24 gennaio, il sindacato Unione Inquilini organizzerà un picchetto in viale delle Gardenie 127, nel quartiere di Centocelle, per impedire lo sfratto di Ahmed e dei suoi cinque figli, uno dei quali invalido già rinviato lo scorso 9 dicembre. Dal 2017 in locazione a 850 euro al mese, più condominio, Ahmed rischia di essere cacciato il 24 gennaio, perché a casa i di problemi economici non é più in grado di pagare. Ma l’udienza per la verifica della sua morosità sia stata fissata per marzo e nonostante questo il tribunale di Roma ha autorizzato intanto lo sfratto.


Sfratti, l'Unione Inquilini: «Colpa del ritardo delle graduatorie»

Sul blocco degli sfratti si era espresso anche il Campidoglio che aveva approvato una mozione in favore della sospensione di questi. Ma senza un decreto ministeriale la mozione rimane lettera morta.


«Con 61 punti in graduatoria per una casa popolare, il sistema di Roma lascia senza casa chi è già in difficoltà», è la denuncia. La situazione è stata resa nota dal segretario romano di Unione Inquilini, Walter De Cesaris, che in una nota sottolinea l’urgenza dell’intervento: «La barbarie non si ferma nonostante 5 minorenni di cui un invalida e nonostante il nucleo abbia un punteggio molto alto e sarebbe prossima all’assegnazione se solo il comune di Roma avesse fatto uscire, nei tempi stabiliti del 31 dicembre, la graduatoria slittata al 31 gennaio».


De Cesaris punta il dito contro il ritardo nell’aggiornamento delle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari e denuncia una disparità che colpisce chi vive in condizioni di precarietà abitativa. «Siamo in pieno Giubileo ma lo sanno solo gli ecclesiastici e i pellegrini che attraversano questa città. Le persone che vivono la precarietà abitativa invece non lo sanno, come sempre subiscono la brutalità della disuguaglianza».


La situazione della famiglia di Centocelle è vista come un simbolo di una crisi abitativa che richiede soluzioni strutturali. De Cesaris chiede un’azione immediata: «Non bastano gli appelli del Papa, occorre che le istituzioni rispettino i diritti dell’uomo, che vogliono la garanzia di un alloggio adeguato per tutti».




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