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Appello bis per il caso Monteiro, la madre di Willy: «Dai fratelli Bianchi nessun pentimento»

  • Edoardo Iacolucci
  • 10 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Sentenza d'Appello Bis per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte: verdetto atteso per il 14 marzo

Corte d'assise d'appello, Tribunale di Roma, piazzale Clodio (La Capitale)
Corte d'assise d'appello, Tribunale di Roma, piazzale Clodio (La Capitale)

Il prossimo 14 marzo sarà pronunciata la sentenza nel processo d'appello bis relativo all'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di 21 anni brutalmente assassinato durante un pestaggio avvenuto a Colleferro la sera del 6 settembre 2020.


La Procura Generale della Corte d'Appello di Roma ha richiesto nelle precedenti udienze la condanna all'ergastolo per Gabriele e Marco Bianchi, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche. Le difese, intervenute nell'udienza odierna, hanno invece sostenuto una posizione contraria.


Il Ruolo della Cassazione e il nuovo processo

Questo nuovo giudizio si è reso necessario dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità penale per omicidio volontario nei confronti di tutti gli imputati, disponendo un nuovo processo limitato alla valutazione delle attenuanti generiche.

Nel primo processo d'appello, infatti, i fratelli Bianchi avevano ottenuto uno sconto di pena, riducendo la condanna dall'ergastolo a 24 anni di reclusione. Le condanne per gli altri due imputati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono già definitive: rispettivamente 23 anni e 21 anni di carcere.


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Murale per Willy Monteiro Duarte

Lo sdegno della madre di Willy: «Ancora nessun pentimento»

Al termine dell'udienza, la madre di Willy ha espresso la sua amarezza, dichiarando:

«Sono delusa perché vedo che ancora non c'è un pentimento. Dopo quattro anni di carcere mi aspettavo un segnale di rimorso».



Nella sua requisitoria, il procuratore generale ha descritto l'omicidio come un atto di violenza inaudita: «La morte di Willy è un evento indecente, sia per le modalità con cui è avvenuta, sia per le motivazioni alla base».


Il pestaggio, durato appena cinquanta secondi, sarebbe infatti stato particolarmente efferato secondo l'accusa: Gabriele Bianchi, esperto di Mma, avrebbe dato il via con un violento calcio al petto della vittima, seguito immediatamente dal fratello Marco. L'accusa si ritiene convinta del fatto che i due non avrebbero mostrato alcun segno di pentimento né una revisione critica delle loro azioni.


Prossima sentenza il 14 marzo

L’attesa per la sentenza del 14 marzo resta alta, con le famiglie delle parti coinvolte e l'opinione pubblica in attesa di un verdetto, che possa rendere giustizia.

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