Non basta lo stop ai progetti di lottizzazione. Per Italia Nostra è arrivato il momento di affrontare in maniera strutturale la tutela di Villa Adriana, patrimonio UNESCO dal 1999. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto definitivamente la realizzazione di nuove edificazioni nell’area di rispetto, l’associazione ha rivolto un appello diretto al ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
«Ora è il momento di definire e attuare un vero piano di gestione del sito, come previsto dagli accordi con l’UNESCO» scrive Italia Nostra, denunciando che i terreni agricoli della buffer zone «sono stati trasformati in discariche abusive», con il rischio di vanificare la vittoria legale.
La sentenza del Consiglio di Stato, arrivata a fine agosto, ha chiuso un contenzioso lungo decenni. La cosiddetta “lottizzazione Nathan”, dal nome dell’ex proprietario dei terreni, era stata avviata negli anni ’60 con un piano che prevedeva addirittura un milione di metri cubi di edificazioni, ridotti poi negli anni a 330mila e infine a 180mila.
Già nel 2012, dopo l’ok del Comune di Tivoli e della Regione Lazio, l’UNESCO aveva ammonito l’Italia con due ultimatum, avvertendo che Villa Adriana rischiava di finire nella lista dei siti “in pericolo”. Solo l’intervento dei giudici ha evitato la colata di cemento, bloccando definitivamente il progetto che, nonostante vincoli e allarmi, è andato avanti per quasi mezzo secolo. Oggi però l’area porta ancora i segni di quella vicenda, tra strade incomplete e degrado diffuso.
Il presidente di Italia Nostra, Edoardo Croci, ha ribadito la disponibilità dell’associazione a collaborare con il Ministero: «È un’occasione storica per una tutela complessiva di uno dei siti archeologici più importanti del mondo romano e per proteggere in maniera integrata il suo contesto paesaggistico».
Tra le proposte avanzate figurano l’acquisizione o la gestione in chiave paesaggistica di parte dell’area buffer e l’utilizzo dello strumento dei paesaggi agrari storici.
L’obiettivo è restituire dignità e funzione culturale a un territorio che dovrebbe rappresentare la cornice naturale della villa voluta dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 138 d.C. seguendo anche i dettami degli accordi stabiliti tra l'Italia e l'UNESCO nel 1999. Tra questi, ad esempio, c'è anche quello che riguarda appunto la buffer zone, ovvero un'area in cui veniva permessa la costruzione ma solo di opere compatibili con il mausoleo in questione.
La richiesta di Italia Nostra arriva proprio nei giorni in cui Roma ha ospitato il World Tourism Event 2025, forum internazionale dedicato alla promozione dei patrimoni UNESCO. Il 25 e 26 settembre, al complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, istituzioni e operatori del settore hanno discusso di turismo sostenibile, itinerari culturali e valorizzazione dei siti.
Tra panel, premi e iniziative per celebrare i patrimoni mondiali, l’attenzione è stata puntata sulla Via Appia, da poco inserita nella lista UNESCO, e sul futuro dei siti della Capitale e della Città Metropolitana. Ma il contrasto appare evidente: mentre si celebrano strategie globali, Villa Adriana continua a convivere con degrado e incuria a pochi chilometri dalla sede del forum.
Foto: Villa Adriana (Turismo Roma)
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