
Un nuovo passo avanti per la sanità pubblica romana. Il Polo Interaziendale Trapianti (Poit) entra ufficialmente in una nuova fase con il trasferimento dell’attività operatoria al Padiglione Puddu del San Camillo Forlanini, dove tre sale operatorie di ultima generazione e un reparto di terapia subintensiva da 29 posti letto definiscono un nuovo standard per la chirurgia dei trapianti e oncologica addominale.
L’investimento, pari a oltre 4milioni di euro, ha dato vita a uno spazio di circa 1100 metri quadrati progettato per coniugare innovazione tecnologica, sicurezza e accoglienza. Il blocco operatorio, realizzato in meno di due anni, è dotato di camere a pressione controllata e di un sistema multimediale audio-video integrato – unico in Europa – che consente il live sharing in tempo reale degli interventi, aprendo nuove frontiere per la formazione e la collaborazione clinica.

Le tre sale chirurgiche ISO 5, dedicate alla chirurgia dei trapianti e alla chirurgia oncologica complessa, permettono interventi open, laparoscopici e robotici, mentre un innovativo sistema di ventilazione consente il controllo termico individuale in ciascun ambiente.
A completare il nuovo assetto del POIT, un reparto con 29 posti letto, tra cui cinque camere a pressione negativa per pazienti immunodepressi post-trapianto, garanzia di standard elevatissimi di sterilità e sicurezza.
I risultati non si sono fatti attendere. Nei soli tre mesi successivi alla piena operatività – da agosto a ottobre 2025 – il POIT ha registrato 187 interventi oncologici, con un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2024. Numeri che confermano la forza del nuovo polo anche nella gestione delle liste d’attesa e nella continuità delle attività di trapianto di fegato e rene, rimaste in linea con i record degli ultimi anni.
«Il San Camillo è un punto di riferimento per la città di Roma e per tutto il Lazio», dichiara Angelo Aliquò, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini. «Modernizzare oggi non è un semplice rinnovamento: significa costruire l’ospedale che servirà alle persone di domani, riducendo i consumi energetici, migliorando la sicurezza e garantendo servizi più efficaci e sostenibili. Per noi l’accoglienza è parte imprescindibile della cura: miglioriamo ambienti e tecnologie per garantire un’assistenza all’altezza del nostro straordinario personale sanitario».
Durante l’inaugurazione ufficiale del nuovo polo trapianti, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha sottolineato l’importanza di continuare a investire sulla cultura della donazione.
«Noi dobbiamo riuscire a far sì che cresca questa cultura – ha detto Rocca –. Incontrare le persone, vedere com’è cambiata la loro vita è straordinario, e questo è possibile soltanto grazie alla donazione degli organi. Dobbiamo fare di più, dobbiamo fare in modo che davvero aumenti la cultura del dono.»
Rocca ha inoltre annunciato che allo Spallanzani partirà la chirurgia dell’infetto, un segnale concreto dell’attenzione che la Regione sta dedicando al potenziamento della rete sanitaria capitolina e alla valorizzazione delle eccellenze ospedaliere.
Per il professor Giuseppe Maria Ettorre, Direttore del POIT, il trasferimento rappresenta «un passo strategico che rafforza il polo ospedaliero integrato per i trapianti, valorizzando le eccellenze di San Camillo e Spallanzani e garantendo maggiore sicurezza ai pazienti trapiantati e a quelli sottoposti a chirurgia complessa o affetti da infezioni croniche.»
Ettorre sottolinea anche un punto cruciale: «Tutto questo impegno non può esistere senza un incremento delle donazioni d’organo. È fondamentale la sensibilità delle famiglie nel comprendere la portata di un gesto di amore e solidarietà che può salvare vite.»
Nato nel 2007 dalla collaborazione tra San Camillo Forlanini e INMI Spallanzani, il POIT è oggi uno dei riferimenti nazionali per i trapianti di fegato, rene, pancreas e trapianti combinati, oltre che per la chirurgia oncologica addominale di alta complessità.
Dopo anni di attività tra le due strutture, il ritorno al San Camillo segna una nuova centralità per Roma e per la Regione Lazio. Dal 2021 al 2024 i trapianti di fegato sono passati da 61 a 106, un aumento che testimonia la crescita costante e la capacità di attrarre pazienti da tutta Italia.
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