
Si possono già intuire dalle impalcature poste sulla facciata in via del Colosseo 61 i primi lavori di restauro volti alla riscoperta delle bellezze artistiche di Villa Silvestri Rivaldi, uno degli edifici che incarna più di tanti altri la storia moderna e contemporanea di Roma.
In uno spazio che per 500 anni ha visto passare cardinali, suore e collettivi di sinistra delle movimentate estasi romane degli anni Settanta, ora grazie a un forte interesse personale del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca potrà – in parte – essere messo a disposizione della comunità.
Insieme ad esso e agli affreschi riscoperti verrà quindi svelata in maniera gratuita (e, per adesso, per un periodo limitato di tempo) anche una terrazza adiacente che permetterà a tutti i visitatori di guardare al simbolo della propria città da una prospettiva inedita.

La terrazza d'affaccio sul Colosseo
Villa Silvestri Rivaldi si trova tra il Colosseo, via dei Fori Imperiali e via del Tempio della Pace, in un’area sottoposta a vincoli storici e archeologici. Il complesso copriva circa 4.500 metri quadri di edifici e 2.500 di giardini e corti affacciati sulla collina Velia.
L’ingresso principale, lato strada, risale alla metà del Cinquecento, quando Eurialo Silvestri (cameriere segreto di papa Paolo III) acquistò una semplice vigna e avviò il cantiere della futura residenza. Alle sue spalle si estendeva un articolato sistema di giardini che, all'epoca, collegava direttamente la villa agli Horti Farnesiani, sul Palatino, la cui continuità venne distrutta dalla costruzione di via dei Fori Imperiali.
Nel tempo il palazzo passò per diverse mani e cambiò più volte funzione: dai Medici, ai Colonna, dai Margotti, ai Pio di Savoia, il palazzo divenne residenza di prelati e nel 1660 trasformato in convento, grazie alla donazione di Ascanio Rivaldi, per poi diventare la più importante fabbrica tessile del Roma del Seicento.
L'ultima "apertura" al pubblico fu quindi negli anni Settanta, quando "l'ex convento occupato" divenne uno dei centri sociali più attivi della città. In quelle stanze si svolsero concerti, mostre e iniziative culturali spontanee, ricordate ancora oggi da chi visse la stagione dell’Estate Romana.
Il restauro attuale segue un percorso avviato negli ultimi anni partendo dall'accordo di programma tra Regione Lazio e Ministero della Cultura per la valorizzazione e il restauro dell'intero complesso, tramite le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) e in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e la Soprintendenza Speciale di Roma, soggetto attuatore per il MiC.

La visita al cantiere con l'assessore Baldassarre, il presidente Rocca e il ministro Giuli (9 dicembre)
Il quadro finanziario è articolato: la Regione Lazio ha completato l'acquisto dell'immobile un anno fa per 25 milioni di euro, tramite risorse del FSC 2021-2027. Il Ministero della Cultura ha garantito oltre 35 milioni di euro attraverso il Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali per il restauro conservativo e il recupero funzionale di tutta la Villa. Di questi, 2,6 milioni sono già stati impiegati per il restauro del "Villino Rivaldi".
Le operazioni preliminari hanno interessato le parti maggiormente compromesse e gli spazi che permetteranno le prime riaperture al pubblico. Gli interventi in corso, che rientrano nel progetto "Palazzo Silvestri Rivaldi - Restauro aperto e conservazione partecipata per il Giubileo" finanziato con 400.000 euro dal MiC-ICR a novembre 2024, stanno riportando alla luce apparati decorativi cinquecenteschi, a lungo nascosti sotto intonaci conventuali: motivi riconducibili alla bottega di Perin del Vaga (1501 - 1547), visibili in diverse sale del piano nobile.
Parallelamente proseguono le ricerche sulle stratigrafie architettoniche e sulle strutture romane individuate nel sottosuolo, parte fondamentale per definire la futura progettazione.

I lavori di restauro in corso nell'edificio
La presentazione alla stampa del 9 dicembre ha segnato l’avvio ufficiale della fase pubblica. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha ricordato il legame personale con il palazzo: «Ho lavorato perché arrivasse questo momento per vent’anni. È un pezzo di Roma che mancava e che per troppi anni è stato sottratto al bene comune».
Rocca ha sottolineato anche il valore dell’operazione che ha portato all’acquisto del complesso, per un totale di 25 milioni destinati all'istituto pubblico di assistenza e beneficenza "Santa Maria in Aquiro", proprietario dell'immobile, di cui lo stesso Rocca è stato presidente e commissario dal 1996 al 2004. Un'operazione che il presidente definisce «doppiamente virtuosa» dato che quei fondi dovrebbero confluire in strutture per anziani a servizio della comunità.
Investito dall'interesse di Rocca anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha definito l'entusiasmo del governatore come «contagioso».
A dare la notizia dell'apertura della terrazza che affaccia sul Colosseo, visitabile dall'ingresso a via del Colosseo 45, è stata l’assessore regionale alla Cultura Simona Baldassarre.
Senza avere ancora un piano preciso sulla destinazione, ha annunciato comunque un’apertura temporanea dei giardini: «Dal 15 dicembre al 6 gennaio saranno visitabili, anche con decorazioni natalizie, per permettere ai cittadini di godere di uno dei panorami più belli del mondo».

Gli interni del palazzo
Le visite al cantiere vero e proprio inizieranno l'8 gennaio 2026, con un percorso di "restauro aperto e conservazione partecipata". I gruppi, limitati a venti partecipanti, seguiranno un itinerario che comprende sale come la "Sala delle Divinità", la "Sala degli Imperatori e delle Virtù" e la "Sala di Amore e Psiche", il primo cortile con ninfeo cinquecentesco e l’accesso alla cosiddetta Torre Medicea.
Le aperture parziali permetteranno di osservare da vicino i restauri in corso e di assistere al progressivo recupero delle decorazioni rinascimentali rimaste nascoste per secoli.
L’insieme delle iniziative segna l’avvio di un processo di riappropriazione collettiva di un bene rimasto chiuso a lungo. Dalla riscoperta degli affreschi alla valorizzazione del parco e dei giardini, ogni intervento punta a ricostruire la memoria del luogo, compresa quella più recente legata alle esperienze sociali e culturali degli anni Settanta.
Il percorso è lungo e complesso e non manca scetticismo sul totale dei fondi messi a disposizione dal Ministero per il completamento delle opere di restauro. Il quadro organizzativo futuro prevede che la gestione dell'immobile, entrato nel demanio culturale regionale, venga affidata a una "Fondazione di partecipazione" che potrà coinvolgere partner pubblici e privati.
Proprio lo stesso Ministro Giuli, durante la presentazione alla stampa, ha sottolineato l'interesse ad aprire il progetto mettendo a disposizione «le più alte intelligenze che vorranno partecipare a un concorso di idee, a una mobilitazione di intelletti, di creatività, sapendo che già il posto di per sé rappresenta una tale stratificazione storica che va dall'antico fino al contemporaneo».
La Capitale, il nuovo giornale online di Roma
La Capitale, è una testata giornalistica iscritta nel Registro Stampa del Tribunale di Roma il 25 luglio 2024, n. 100/2024
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Sarzanini
Via Giuseppe Gioacchino Belli, 86
Roma - 00193