
Prosegue il percorso verso l’autosufficienza impiantistica della Capitale. L’assessora all’Ambiente, agricoltura e ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi ha recentemente effettuato un sopralluogo nel cantiere del biodigestore anaerobico di Cesano, il primo impianto pubblico che sarà gestito da Ama e destinato al trattamento della frazione organica dei rifiuti cittadini.
Il cantiere, che si estende su oltre 70mila metri quadrati, ha preso ufficialmente il via a fine giugno e sarà completato entro dicembre 2026, con l’avvio delle prime attività operative previsto per gennaio 2027.
Il biodigestore di Cesano rappresenta una delle infrastrutture più innovative del Piano rifiuti di Roma Capitale. L’impianto tratterà 100mila tonnellate di rifiuti organici l’anno, tra scarti alimentari, potature e sfalci, che verranno trasformati attraverso la digestione anaerobica in biogas, biometano e compost.
Il capannone principale sarà ricoperto da pannelli solari che garantiranno il 70 per cento di autonomia energetica, mentre i sistemi di biofiltraggio e depurazione delle acque consentiranno un funzionamento a ciclo chiuso, senza emissioni significative in atmosfera né dispersioni nelle falde acquifere.
Il processo di digestione durerà 90 giorni: i rifiuti, una volta pretrattati, passeranno nei due biodigestori semidry che riducono il consumo di acqua e suolo, producendo biogas per energia termica ed elettrica e biometano per alimentare i mezzi Ama. Il digestato finale sarà maturato in biocelle e platee areate, fino a ottenere compost per l’uso agricolo e florovivaistico.
«È una grande soddisfazione visitare questi cantieri e avere la sensazione che, finalmente, la parte più complessa del Piano per la gestione dei rifiuti di Roma, quella relativa al sistema degli impianti, stia diventando realtà» ha raccontato a La Capitale l’assessora Alfonsi.
«I due biodigestori di Cesano e Casal Selce, insieme agli impianti per la selezione delle frazioni secche, carta e multimateriale, in fase di pre-cantierizzazione nei siti Ama di Ponte Malnome e Rocca Cencia, permetteranno di valorizzare complessivamente 400mila tonnellate l’anno di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, facendo un passo avanti importante sul piano dell’economia circolare e generando risparmi significativi grazie al mancato ricorso agli impianti esterni».
Sulle preoccupazioni dei residenti per l’impatto ambientale e paesaggistico, l’assessora ha assicurato che «si tratta di impianti sicuri, che lavorano a ciclo chiuso e non hanno emissioni significative in ambiente, in quanto dotati dei più moderni sistemi di filtraggio dell’aria e di depurazione e recupero dell’acqua di processo».
«La loro presenza – ha aggiunto Alfonsi – non comporta alcun rischio associato a potenziali effetti nocivi sulla salute umana. I progetti prevedono inoltre che gli impianti siano schermati da filari di piante ad alto fusto per ridurre l’impatto visivo sul paesaggio».
Una volta a regime, gli impianti di Cesano e Casal Selce consentiranno di eliminare circa 3mila viaggi di camion e 4 milioni di chilometri l’anno, riducendo le emissioni e generando un risparmio stimato in oltre 4,8 milioni di euro annui. Produrranno inoltre 36mila tonnellate di compost e 20 milioni di metri cubi di metano all’anno.
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