Roma, 13 ottobre 2025
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Scuola, occupati anche il Newton e il Visconti. Gli studenti: «Palestina libera, basta fondi alla guerra»

Nel comunicato diffuso dai ragazzi di Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), si legge: «Esprimiamo la nostra massima solidarietà e supporto agli studenti del liceo Newton. Continuano a sventolare le bandiere palestinesi dalle scuole»

di Anita ArmeniseULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Prosegue l’ondata di mobilitazioni studentesche romane. Stamattina è stato occupato il liceo Newton, seguito poche ore dopo dal liceo Visconti. Gli studenti, riuniti in assemblea, hanno esposto striscioni e bandiere palestinesi, rilanciando un messaggio politico chiaro. «Non ci fermeremo finché la Palestina sarà libera», scrivono.

Solidarietà alla resistenza palestinese e critica al Ddl 1627

Nel comunicato diffuso dai ragazzi di Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), si legge: «Esprimiamo la nostra massima solidarietà e supporto agli studenti del liceo Newton. Continuano a sventolare le bandiere palestinesi dalle scuole, perché quanto detto nelle mobilitazioni del 4 ottobre, negli scioperi generali e negli ultimi anni non era uno slogan, ma una promessa di lotta».

Al centro delle rivendicazioni anche il disegno di legge 1627, «Disposizioni per il contrasto all’antisemitismo», che secondo gli studenti «mette sullo stesso piano l’antisionismo con l’antisemitismo», rappresentando un tentativo di «silenziare la critica al governo israeliano».

Occupazioni in espansione, da Roma al resto d’Italia

Oltre al Newton e al Visconti, nelle ultime ore sono state occupate una dozzina di scuole in altre città italiane, tra cui Torino, Genova, Firenze e Napoli. A Roma, l’occupazione del liceo Augusto si è conclusa sabato scorso, dopo una settimana di protesta. Alcuni studenti avevano lanciato una petizione per chiedere il rientro in aula, segno di una pluralità di posizioni all’interno della comunità scolastica.

«Non un soldo alla guerra, servono fondi per l’istruzione»

Dal Visconti il messaggio diffuso è diretto al governo: «Siamo al fianco della resistenza palestinese. Diffidiamo Meloni e Valditara, chiediamo la rottura degli accordi con Israele. Non un soldo deve andare alla guerra, c’è bisogno di fondi per l’istruzione!».

La protesta, che si inserisce in un contesto internazionale di forte tensione, continua a crescere e a coinvolgere sempre più istituti. Le occupazioni, oltre a esprimere solidarietà politica, pongono l’accento su temi centrali per la scuola pubblica: finanziamenti, libertà di espressione e partecipazione studentesca.

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