
La sclerosi multipla (SM) è una delle principali cause di disabilità neurologica tra i giovani adulti. In Italia si stima che oltre 144.000 persone convivano con la malattia, secondo il Barometro SM 2025 dell’AISM. Ogni anno vengono registrate circa 3.600 nuove diagnosi, con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne.
Il tasso medio nazionale è di 227 casi ogni 100.000 abitanti, con un picco in Sardegna, dove si superano i 420 casi, la più alta concentrazione europea. Nel Lazio si contano oltre 13.000 pazienti, con 340 nuove diagnosi solo nell’ultimo anno.
Negli ultimi anni il decorso della patologia si è modificato: le forme progressive insorgono più tardi e con minore frequenza grazie a diagnosi più precoci e terapie mirate, che consentono ai pazienti una vita sempre più autonoma.
Per rispondere alle nuove sfide poste dalla SM, il Gruppo INI organizza il convegno “Sclerosi multipla: innovazione e ricerca per una migliore qualità della vita”, in programma il 24 ottobre presso l’Aula Magna dell’INI Grottaferrata (Roma).
L’evento, accreditato con 5 crediti ECM, riunirà neurologi, fisiatri, fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti e ricercatori per discutere di approcci terapeutici interdisciplinari e condividere protocolli innovativi.
L’incontro sarà dedicato a una visione integrata del trattamento, che affianca alla terapia farmacologica la riabilitazione, l’alimentazione personalizzata e il supporto psicologico. Tra le pratiche più innovative anche teleriabilitazione, idrokinesiterapia, ozonoterapia e l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione dei dati clinici.
«Negli ultimi decenni abbiamo ottenuto risultati straordinari nel rallentare e spesso anche bloccare la progressione della sclerosi multipla – spiega il professor Carlo Pozzilli, responsabile scientifico del convegno – ma resta la sfida di trasformare i progressi della ricerca in concreti miglioramenti nella vita quotidiana dei pazienti».
Secondo Pozzilli, l’esercizio fisico, l’alimentazione e il sostegno psicologico non devono essere considerati elementi accessori ma componenti essenziali della terapia, al pari dei farmaci. «Una diagnosi iniziale di sclerosi multipla – aggiunge – non deve più destare sconforto come in passato. Oggi disponiamo di strumenti personalizzati, farmacologici e riabilitativi, che permettono risultati ottimali per la qualità della vita dei pazienti».
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