
Nel giorno della premiazione di Gasperini come allenatore del mese di ottobre, la Roma sbanca all’Olimpico con un convincente 2-0 e si riprende la testa della classifica in attesa che i cugini biancocelesti facciano risultato in casa dell’Inter.
Sugli scudi il ritrovato Lorenzo Pellegrini, che porta in vantaggio i giallorosssi su rigore e Zeki Celik, a chiudere i giochi all’Olimpico dopo un’azione al cento per cento made by Gasperini.
Partita bloccata fino al 20esimo circa con un colpo di testa uscito di poco di Celik, preludio al suo gol e simbolo di un cambio di mentalità: prima inserito spesso da De Rossi e Mourinho che ne elogiavano spesso il lavoro di copertura, ora - come lui stesso dice a bordo campo - è «sempre in cerca di far gol».
Un altro che sta salendo nelle gerarchie - vuoi anche le numerose assenze offensive - è Lorenzo Pellegrini che, sempre di testa, impensierisce Okoye.
Sale leggermente l’Udinese con il più vivo e talentuoso dei friulani, Atta, che su un’imbucata perfetta trova la profondità - unico neo nel processo di crescita difensiva del modello gasperiniano - ma calcia fuori per fortuna di Svilar.
Al 30esimo un tiro diretto nello specchio di Cristante finisce sul palo dopo una decisiva deviazione.
Mentre l’attenzione si concentra sul’ennesimo infortunio offensivo, questa volta a fane le spese è Dobvyk, il Var richiama l’arbitro Collu al monitor per un fallo di mano in area. È rigore. Mentre l’ucraino esce dolorante, Pellegrini si prende la responsabilità del dischetto che segna il suo secondo gol consecutivo. Sempre più in crescita uno dei capitani giallorossi che vuole riprendersi la piazza e un rinnovo di contratto impensabile fino a poche settimane fa. Dal vantaggio, come spesso accade, la sensazione è quella di impenetrabilità.
La strada si fa in discesa dopo il 2-0 di Celik che chiude un’azione manovrata partita dal tacco di Pellegrini, passata poi il triangolo di prima tra Mancini e il turco. Rischio nel finale con l’erroraccio di Ndicka che poteva costare molto caro, ma Zaniolo spreca e il palo di Atta su una bellissima azione dei friulani.
Gasperini sceglie la stessa squadra di Glasgow tranne il cambio di campionato Koné-El Aynaoui e Wesley a sinistra al posto di un fin qui deludente Tsimikas. Ma la vera chiave paradossalmente offensiva è lo spostamento di Mancini come braccetto di destra. L’azione del secondo gol parla chiaro, ma è frutto di tante discese del centrale giallorosso che più di tutti sta traducendo sul campo i principi di gioco dell’allenatore di Grugliasco.
E poi c’è Cristante, inamovibile e rinato dopo la cura Gasp anche agli occhi dei tifosi, che equilibra la squadra e corre 10.5 km in media a partita. Gasperini ha trovato di fatto il suo “De Roon“.
L’ex capitano ufficiale a bordo campo elogia Celik che gli consegna il premio Man of the match. Poi parla di Gasp:
Per noi lavorare con Gasperini è una grande opportunità per noi
L’allenatore analizza il match ai microfoni di Sky:
Nel finale eravamo affaticati ma abbiamo fatto un’ottima partita, con grande intensità e buone manovre. Sono soddisfatto. Una squadra che gioca, manovra e…ci crede. Guarda con quanti giocatori riempiamo l’area? Qualche partita fa non succedeva. È una squadra che ci crede, mi segue e prova soddisfazione nel giocare così. E questa è la cosa più importante.
Bordata di fischi per l’ex di Roma e Atalanta che torna all’Olimpico dopo aver detto di essersi pentito dell’esultanza provocatoria con la maglia della dea. I tifosi giallorossi non sono però dello stesso avviso e ricambiano con una bordata di fischi fin dal calcio d’inizio. Non le manda a dire nemmeno Hermoso, la cui costante marcatura “uomo su uomo” non fa altro che alimentare il nervosismo e l’ambiente caldo. Serata negativa per l’ex di Atalanta e Fiorentina che si fa parare un tiro a tu per tu con Svilar che fa l’ennesimo miracolo del suo campionato.
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