
Roma punta con decisione sulla neutralità climatica. Con la presentazione in Campidoglio del Climate city contract, nella mattinata di giovedì 23 ottobre, l’amministrazione capitolina ha completato il proprio programma sul cambiamento climatico, ottenendo dalla Commissione europea la certificazione della qualità del lavoro svolto. L’incontro, ospitato nella sala della Protomoteca e aperto dal sindaco Roberto Gualtieri, ha riunito tecnici, esperti e stakeholder per discutere la strategia che guiderà la transizione ecologica della città nei prossimi anni.
Dopo l’approvazione, lo scorso gennaio, della Strategia di adattamento climatico, Roma ha definito anche il piano di decarbonizzazione previsto dalla missione europea «100 carbon-neutral and smart cities by 2030». L’obiettivo è rendere la Capitale uno dei motori della transizione verso la neutralità climatica entro il 2050.
Il Climate city contract (Ccc) si articola in tre componenti fondamentali: un Piano di azione che raccoglie le iniziative e le proposte condivise, un Piano degli investimenti con l’analisi puntuale di costi e risorse, e un Piano degli impegni che definisce obiettivi e strategie. I settori prioritari sono sette – dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalle reti elettriche alle energie rinnovabili, fino a decarbonizzazione, economia circolare dei rifiuti e forestazione – e si fondano sugli aggiornamenti del Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc). Quest’ultimo, rivisto nel 2023, ha innalzato il target di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030, portandolo a -66 per cento rispetto al 2003.
Il lavoro portato avanti in questi due anni, da quando nel 2022 Roma era stata selezionata tra le città europee della missione, ha permesso di tracciare una chiara traiettoria di riduzione dei gas serra. Il Ccc ha approfondito l’analisi dei diversi settori della vita cittadina per individuare le priorità di intervento e garantire continuità agli sforzi già in corso. Complessivamente, il piano prevede 16 miliardi di euro di investimenti, tra opere in corso di realizzazione e progetti programmati, destinati alla riduzione delle emissioni.
Uno degli elementi più innovativi è stato il coinvolgimento di 80 stakeholder tra enti pubblici, imprese, società partecipate, fondazioni, università, enti di ricerca e associazioni del terzo settore. Questi soggetti hanno contribuito con 493 azioni concrete volte a favorire la neutralità climatica.
La nuova fase che si apre ora punta ad accedere al supporto tecnico e finanziario della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti (Bei), in collaborazione con tutti gli attori coinvolti. Secondo le stime del Campidoglio, Roma ha oggi le potenzialità per arrivare a una riduzione complessiva delle emissioni pari all’86 per cento rispetto al 2003, quasi l’80 per cento rispetto al 1990, accelerando gli interventi in settori chiave come la mobilità sostenibile, la riqualificazione energetica degli edifici, lo sviluppo delle energie rinnovabili e la gestione integrata dei rifiuti attraverso il Piano rifiuti e il Piano urbano della mobilità sostenibile.
Alla presentazione hanno partecipato, oltre all’assessora capitolina all’Ambiente e al ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, numerosi rappresentanti del mondo istituzionale e produttivo: Fabrizio Penna, capo del dipartimento Unità di missione Pnrr del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Massimiliano Ricci, direttore generale di Unindustria, Andrea Durante, responsabile delle operazioni nei settori idrico ed energetico della Bei, Maria Elena Perretti, responsabile Advisory di Cdp, Filip Dumitru, direttore generale di Fedarene (Rete europea delle agenzie e delle eegioni dell’energia), e Benedetta Brighenti, direttrice generale di Renael (Rete aazionale delle agenzie energetiche locali). I lavori sono stati coordinati dal direttore dell’ufficio Clima capitolino, Edoardo Zanchini, che ha guidato il confronto sulle strategie per trasformare Roma in una città più sostenibile, resiliente e inclusiva.
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