Roma, 29 settembre 2025
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Roma inaugura il primo vigneto urbano pubblico al parco di San Sisto

Il progetto «Roma Mater Vinorum» restituisce alla Capitale la sua storica vocazione vitivinicola. Gualtieri: «Un tassello della riqualificazione urbana»

di Camilla PalladinoULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

(Foto di Camilla Palladino)

Un ettaro e mezzo di terreno alle pendici di Villa Celimontana, a ridosso del Circo Massimo, è tornato a ospitare filari di vite come duemila anni fa. Nella mattinata di lunedì 29 settembre il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessora all’Ambiente del Campidoglio Sabrina Alfonsi hanno inaugurato al parco di San Sisto il primo vigneto urbano pubblico della Capitale, nell’ambito del progetto «Roma Mater Vinorum».

L’impianto si estende per circa 1.400 metri quadrati negli spazi comunali esterni all’Aranciera di San Sisto ed è frutto di un accordo tra il Comune e l’associazione internazionale Iter Vitis, riconosciuta dal consiglio d’Europa. Oltre mille barbatelle sono state messe a dimora, appartenenti a sette varietà autoctone che costituivano i vigneti della Roma antica: Bellone, Nero Buono di Cori, Cesanese, Moscato di Terracina, Mammolo, Abbuoto e Malvasìa Puntinata.

«Oggi inauguriamo il primo vigneto urbano pubblico d’Europa e questo ci riempie di orgoglio», ha sottolineato il primo cittadino. «Non si tratta solo di estendere le aree dedicate all’agricoltura, ma di innescare processi di riqualificazione urbana e di partecipazione civica. Come accade per gli orti urbani, anche i vigneti rafforzano il legame tra città e natura».

Un laboratorio ambientale a cielo aperto

Il vigneto di San Sisto non ha solo una funzione culturale e simbolica. Grazie alla collaborazione con la startup Citiculture, i filari sono monitorati da sensori alimentati da pannelli fotovoltaici, in grado di rilevare temperatura, umidità, pressione atmosferica, intensità dell’irraggiamento solare e livelli di inquinanti come Pm 2,5 e Pm 10. Le informazioni vengono rese accessibili al pubblico attraverso pannelli didattici collocati attorno all’area.

«Questo vigneto ha già prodotto i primi grappoli, ben prima del previsto», ha spiegato Alfonsi. «È un presidio ambientale che assorbe anidride carbonica, abbassa le temperature e favorisce la biodiversità. Restituisce a Roma l’immagine di città del vino e, insieme, costituisce un laboratorio di ricerca a cielo aperto».

Le presenze istituzionali e le prossime tappe

All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Cnel Renato Brunetta, la presidente di Iter Vitis Emanuela Panke, il professore di antropologia di Tor Vergata Ernesto Di Rienzo e i dirigenti scolastici degli istituti tecnici agrari Emilio Sereni e Giuseppe Garibaldi, accompagnati da alcuni studenti.

Brunetta ha annunciato che «il verde di Villa Borghese e del Cnel sarà circondato da vitigni, inseriti in un giardino all’italiana». Proprio Villa Borghese sarà infatti la prossima tappa del progetto, che punta a creare una rete di vigneti urbani in siti storici, capaci di intrecciare itinerari culturali e presidi ambientali.

Il progetto «Roma Mater Vinorum», già premiato nel 2024 come miglior iniziativa europea di valorizzazione della cultura del vino e della vite, segna così l’inizio di una nuova stagione per la viticoltura urbana capitolina.

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