Roma, 13-14 settembre. Due giornate all’insegna della musica nel quartiere Magliana, più precisamente nella piazza dedicata a uno dei poeti e cantanti più importanti e influenti del secolo scorso: Fabrizio De André.
La celebre scrittrice Fernanda Pivano, nonché amica e compaesana di Fabrizio, sostenne una tesi che ha in sé del sano patriottismo musicale, spesso troppo subordinato a logiche anglofone di mercato, ossia che Fabrizio non è il Dylan italiano, ma è Dylan ad essere un De André americano.
L’obiettivo del premio è proprio quello che Pivano cercava di condensare in questa frase, cioè far emergere dei talenti italiani ma non solo, partendo dal basso e riportando al centro della musica i testi carichi di significato, non solo sentimentale, ma soprattutto con valore sociale e politico.
Spesso soffocati nei talent e nelle realtà discografiche rilevanti, gli artisti con una chiara vocazione verso la scrittura impegnata vengono emarginati se non ostracizzati. Questo Premio che da 24 anni sostiene la causa autoriale, concede opportunità non solo a musicisti e cantanti, ma ad artisti di ogni genere.
Proprio perché l’obiettivo di Dori Ghezzi, madrina della serata e presidente di giuria delle due serate, è quello di sviluppare non solo i “figli diretti” di Faber, ossia le nuove generazioni di cantautori, ma anche chi ne è stato influenzato nella propria arte. Ed ecco quindi le targhe per la Poesia e la Pittura, rispettivamente a ELENA con l'opera "Nackt und Kleinkind (nuda e infante)" e LULI con l'opera "Il Volo".
Anche il teatro è stato rappresentato dagli ospiti speciali Antonio Rezza e Flavia Mastrella che, grazie al loro spettacolo “Amistade” realizzato con spezzoni di interviste di Fabrizio, ha percorso la via della seta fino in Cina dove gli occhi a mandorla permettono di vedere tra le righe e mettere a fuoco meglio.
L’ospite più atteso però è senza dubbio Luca Marinelli, che già nella serie Fabrizio De André - Principe Libero aveva dato prova della sua capacità canora oltre che della sua passione per il cantante genovese. Torna a vestire i suoi panni per l’occasione, in un inedito con The Andre, un giovane professore che, per divertimento e per passione, è diventato un fenomeno virale grazie al format dissacrante di cantare pezzi trap alla maniera di Fabrizio. Il tutto supervisionato dalla band storica di De André. Da questo mix occasionale sono emerse due ottime versioni de Il Testamento di Tito e soprattutto del Fiume Sand Creek. Un scelta rivendicata dall’attore romano come monito per porre l’attenzione su un massacro come fu quello indiano, che ben presto si trasformò in genocidio. Dal palco ha augurato “buon vento” ai volontari della Global Sumud Flotilla.
Stasera ultimo appuntamento e premiazione con Bresh e Mauro Pagani ospiti speciali.
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