Roma, 4 dicembre 2025
Politica

«Non in mio nome»: parte la petizione contro l’accordo tra SS Lazio e Maccabi Israel

Cresce il dissenso tra tifosi e cittadini: «Questo accordo contraddice i valori fondamentali che, come sancito nello statuto societario, la Lazio in quanto ente morale porta nel cuore e con essa e gran parte dei suoi tifosi» si legge nel testo

di Giacomo ZitoULTIMO AGGIORNAMENTO 6 mesi fa - TEMPO DI LETTURA 2'

È online da poche ore ma sta già raccogliendo adesioni la petizione intitolata «Non in mio nome – No all’accordo S.S. Lazio – Maccabi Israel». Promossa da Marco Anselmi, conduttore radiofonico e grande tifoso biancoceleste, la raccolta firme chiede esplicitamente al presidente Claudio Lotito di ritirare l’accordo sottoscritto tra la Lazio e il Maccabi Israel, sottolineando la contraddizione tra questa scelta e i valori morali e sportivi su cui – secondo lo stesso promotore – si fonda la storia della Lazio.

Una richiesta che giunge all'indomani alla firma del memorandum d'intesa sull'accordo avvenuto a Formello, alla presenza del presidente Lotito, il ds Angelo Mariano Fabiani, gli esponenti del Maccabi Israel e dei membri della comunità ebraica di Roma.

L'iniziativa è solo l'ultimo capitolo di una denuncia che il conduttore porta avanti da tempo, sia contro la scelta del senatore, sia contro un sistema repressivo che all'interno dello stadio Olimpico ha colpito più volte i tifosi che desideravano esporre la bandiera palestinese.

Il contenuto della petizione

La petizione sostiene che Maccabi Israel, come struttura sportiva che comprende club come Maccabi Tel Aviv e Maccabi Haifa, non abbia mai preso le distanze dalle azioni del governo israeliano nei territori palestinesi e in Libano, né abbia espresso pubblicamente preoccupazione per l’escalation militare in corso.

«Con questo accordo – si legge – la Lazio si pone al fianco di uno Stato che, secondo le Nazioni Unite e numerose organizzazioni per i diritti umani, sta perpetrando crimini di guerra e mantenendo un regime di apartheid».

Il promotore ribadisce che questa posizione non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo, che viene esplicitamente rigettato, e rivendica il diritto a un dissenso fondato sul rispetto dei diritti umani.

Cori, violenze e polemiche internazionali

Nel testo si fa riferimento anche ad alcuni episodi recenti, come il comportamento dei tifosi del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam lo scorso novembre, durante una trasferta contro l’Ajax.

In quell’occasione, secondo quanto riportato, alcuni supporters avrebbero staccato bandiere palestinesi da abitazioni private, intonato cori inneggianti alla distruzione di Gaza e fischiato durante un minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’alluvione di Valencia – un gesto interpretato come protesta per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del governo spagnolo.

La questione ha già suscitato dibattito tra i tifosi della Lazio. Durante le partite Lazio-Torino del 31 marzo e Lazio-Bodø/Glimt del 20 aprile, alcuni supporter del gruppo Roaring Twenties hanno esposto bandiere palestinesi allo Stadio Olimpico, venendo invitati a rimuoverle da agenti in borghese senza una motivazione legale chiara.

Anselmi ha documentato gli episodi sui social, denunciando una crescente repressione della libertà di espressione nello stadio romano, dove tali simboli vengono esposti in un gesto di solidarietà e umanità, non legato a partiti politici o gruppi estremisti.

L’appello alla società e ai tifosi

«Non si utilizzi in alcun modo la Lazio per scopi politici o interessi personali», è quindi l'appello finale rivolto da Anselmi alla società.

«I diritti umani devono essere rispettati in ogni parte del mondo e ogni associazione che anche in parte sostiene attività che violano questi diritti non dovrebbe essere tollerata. Crediamo nella Lazio e nei suoi valori, e chiediamo al e al Presidente della Lazio Claudio Lotito di riconsiderare il suo accordo con Maccabi Israel».

Il promotore conclude rilanciando un messaggio unitario: «Insieme possiamo mostrare che i nostri colori rappresentano libertà, eguaglianza e giustizia». La raccolta firme è attiva online, per partecipare bisogna inserire il proprio nome e cognome e l'indirizzo email. La firma sarà valida solo dopo aver aperto il link di conferma che si riceverà all'email indicata.

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