L’inizio di scuola a Roma inizia a Lungotevere Oberdan: la risposta romana al caro-libri. Tra usato, bonus e nuove detrazioni, ecco quanto si spende davvero per i testi scolastici.
Ogni estate, a Roma, genitori e studenti affollano infatti il mercato in zona Prati per acquistare o vendere libri scolastici usati. Una scena che si ripete da anni, ormai una vera e propria tradizione romana, alternativa concreta all'acquisto di testi nuovi sempre più costosi.
«Oggi sto vendendo. Ieri ero venuta a comprare. A seconda che trovi l’usato o il nuovo, il risparmio cambia, ma c’è sempre. Io vengo ogni anno qui. Mio figlio fa lo scientifico. Di solito si spendono 250-300 euro in totale. Con l’usato si scende intorno ai 200. È un bel risparmio» racconta Alessia, madre di uno studente del liceo Righi.
Chi ci lavora, come Danilo, ricorda i tempi in cui il mercato era più concentrato:
«Una volta c’erano solo liste cartacee. Si andava a scuola i primi giorni, si prendeva la lista e tutta Roma veniva qui. Adesso iniziano già a luglio a circolare le prime liste, molti le mandano via mail, quindi le persone vengono solo a ritirare i pacchetti. Però il mercato dell’usato resta forte, soprattutto perché fa risparmiare tanto le famiglie. Per esempio, per le superiori, l’usato garantisce un risparmio di circa il 40%.»
Il problema resta il costo elevato dei testi scolastici nuovi, che continua ad aumentare ogni anno.
«Più o meno si oscilla intorno ai 200 euro – spiega Sofia –. Per i licei classici o scientifici si va dai 180 fino anche a 250 euro. Soprattutto per il classico, che include due vocabolari... quando faccio le liste mi spavento io per loro, mi dispiace. Sono prezzi assurdi. E siamo pure l’unico Paese in Europa che fa pagare i libri di scuola.»
I primi e terzi anni sono quelli più costosi. In alcuni casi si arriva a 350 euro a studente, esclusi i dizionari. Con due figli, la spesa può superare facilmente i 700 euro per una sola famiglia.
Ad alimentare il caro-libri c’è anche la strategia delle nuove edizioni, spesso modificate solo nella grafica o nella copertina. Una pratica che rende impossibile il riutilizzo.
«Comprando le vecchie edizioni le trovi anche a 10 euro, e sono identiche a quelle nuove. Cambiano solo titolo o copertina – precisa il libraio al banco 37 –. Una famiglia, invece di spendere 400-500 euro, può cavarsela con meno di 100 euro. Il problema vero è che tutti questi soldi non arrivano mai alla scuola. Si arricchiscono solo le case editrici, mentre la scuola non prende un centesimo. E poi vogliono i soldi per le armi, non per la scuola o la sanità. È una vergogna. Io lo dico contro il mio stesso interesse, eh. Se questo sistema cambiasse, io mi troverei un altro lavoro. Non ho problemi, sto bene di salute, ho voglia di lavorare.»
Nel frattempo, il governo sta studiando una nuova misura: la detrazione fiscale del 19% sulle spese per i libri scolastici, a partire dall’anno scolastico 2026-2027. Ma c’è chi solleva dubbi sulla reale efficacia dell’iniziativa per le fasce più deboli.
«Secondo il Pd si tratta di una spesa ormai proibitiva per i libri scolastici, e la loro proposta è renderli gratuiti per tutti, così da rispettare il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Il dibattito politico si accende sul diritto allo studio e sul sostegno alle famiglie.»
Anche chi lavora tra i libri da anni, come Sofia, guarda con distacco al proprio ruolo nel sistema:
«Questo al mercato dell’usato non farebbe bene, e nemmeno alle case editrici, ovviamente. Ma io personalmente... se tutto questo mercato andasse a rotoli, io sarei felice per l’Italia. Non ho in programma di fare questo lavoro per tutta la vita. Il mio piccolo guadagno stagionale lo lascio volentieri se si migliora il sistema.»
Oltre al mercato di Lungotevere ci sono anche negozi veri e propri, come il Libraccio, dove si comprano e vendono libri usati.
«Il risparmio è del 40% – spiega Stefano Romiti, 57 anni, direttore del Libraccio di via Nazionale –. Il mercato dell'usato ha sicuramente ancora molto senso perché consente un risparmio considerevole sul prezzo di copertina. Chiaramente – precisa Romiti – è importante che le edizioni restino sul mercato qualche anno per poter continuare a vendere l'usato, perché se invece cambiano ogni anno diventa difficile star dietro alle novità e si costringono le famiglie a comprare il nuovo.
Per quanto riguarda gli strumenti per venire incontro alle famiglie, c’è anche l’acquisto diretto da parte nostra dei libri che non servono più: nel nostro caso vengono acquistati e pagati in contanti sul momento. Non diamo buoni, quindi non costringiamo a riutilizzare gli importi in negozio. Una volta ricevuti i contanti, ognuno è libero di usarli come preferisce.»
Intanto, il Campidoglio ha confermato per il 2025-2026 i buoni libro per le famiglie con Isee fino a 15.493,71 euro. L’importo va da 150 a 200 euro, in base alla classe frequentata. Il contributo può essere usato anche per software, dizionari, tablet, stampanti e altri strumenti scolastici.
Le domande devono essere inviate online entro le 23:59 del 12 settembre 2025. Il Comune ha attivato sportelli Urp, Centri di Facilitazione Digitale e la rete Scuole Migranti per assistere le famiglie nella compilazione.
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