
Stelle nere su un muro bianco. «Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi» scriveva Sandro Penna. Ripreso sulla copertina di Zanardi un personaggio che «è cattivo come può esserlo un ripetitore rai». E ancora disegni, pensieri, creazioni uniche. Il Maxxi L'Aquila celebra Andrea Pazienza con una vasta retrospettiva che inaugura un doppio progetto espositivo dedicato al genio del fumetto italiano, in programma fino al 6 aprile 2026. La mostra si impone come una delle celebrazioni più complete dedicate a Pazienza, restituendo al pubblico la forza visionaria di un autore che continua a plasmare l’immaginario contemporaneo e svela il cuore del suo processo creativo, concentrandosi sugli anni formativi e sulle sperimentazioni che plasmarono un linguaggio unico, capace di trasformare il fumetto in una nuova arte.
Più di trecento lavori, molti inediti, rivelano l’armonia tra controllo e slancio che definisce il suo tratto. Il titolo della mostra, «La matematica del segno», sintetizza un sistema solo in apparenza libero, calibrato in ogni dettaglio. Le parole dei curatori ricordano che Pazienza amava dire «il segno è un pensiero che si fa visibile», dichiarazione che orienta l’intero percorso espositivo.
Il viaggio inizia con l’autoritratto «La mia miniera» e «Il mio funerale», opere giovanili che rivelano una sorprendente consapevolezza artistica. Seguono gli album d’infanzia, primi tentativi di narrazione per immagini, e i lavori del liceo artistico di Pescara, dove osservazione e deformazione espressionista si intrecciano. Le tele del 1974 introducono il Pazienza pittore, mentre ampio spazio è dedicato al 1975, anno della personale «Storia di una Convergenza» alla galleria pescarese Convergenze.
Il trasferimento a Bologna segna l’irruzione del fumetto: nasce Pentothal, alter ego che incarna autobiografia e generazione, mentre sulle pagine di Cannibale e Il Male si afferma una nuova radicalità narrativa. Arrivano poi Zanardi, figura-simbolo degli anni Ottanta, e opere come Pippo pistola e The Great A. Pazienza Swindle, fino ai lavori del 1983 con Pertini, protagonista di sketch ironici e politici. Il percorso culmina nella sala della Voliera, dove la versione “medievale” di Zanardi diventa esperienza immersiva, preludio agli ultimi capolavori come Pompeo.
Nella project room, una sezione curata da Fanny Borel ripercorre il ruolo del Laboratorio d’Arte Convergenze di Pescara, fondato da Peppino D’Emilio: un luogo decisivo per la crescita dell’artista e per l’apertura verso la scena nazionale.
Emanuela Bruni sottolinea che la retrospettiva inaugura «le attività del 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale Italiana della Cultura». Francesco Stocchi ricorda come Pazienza abbia trasformato il fumetto in «un territorio di libertà espressiva assoluta». I curatori parlano di un equilibrio naturale tra intuizione e controllo che dà forma a una «logica limpida» del segno. Il 6 dicembre è previsto l’incontro «Segni preliminari» con Giulia Ferracci, Oscar Glioti e lo storico dell’arte Puca Jeronimo Rojas Beccaglia.
La Capitale, il nuovo giornale online di Roma
La Capitale, è una testata giornalistica iscritta nel Registro Stampa del Tribunale di Roma il 25 luglio 2024, n. 100/2024
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Sarzanini
Via Giuseppe Gioacchino Belli, 86
Roma - 00193