Roma, 4 novembre 2025
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Nidi «domestici» e bonus per incentivare le nascite, fa discutere la legge regionale sulla famiglia

La proposta, «Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica», è approdata in commissione Sanità e politiche sociali alla Pisana. Ma il dibattito è già uscito dall'aula. Rocca: «Trovi sempre i 'Pierini' che vanno a disquisire». Bonafoni (Pd): «Una legge-manifesto che risponde alla lobby dei Pro Vita»

di Titty Santoriello IndianoULTIMO AGGIORNAMENTO 5 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

Favorire la creazione di nuove famiglie e la nascita dei bambini attraverso benefici economici e percorsi di accompagnamento della madre; e sostenere, con un contributo, i nuclei dai tre figli in poi. Sono alcune delle novità della legge regionale «Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica», approdata in commissione Sanità e politiche sociali alla Pisana. Già dopo alcune audizioni, si è acceso il dibattito per un provvedimento, voluto dal centro destra, considerato dalle opposizioni ideologico e vicino ai Pro vita.

Rocca: «Trovi sempre i 'Pierini' che vanno a disquisire»

Il dibattito è già uscito dalle aule del consiglio regionale. Tanto che ieri, 3 novembre, a margine di un evento al San Camillo, il presidente della regione Francesco Rocca, a chi gli ha chiesto cosa pensasse delle critiche alla proposta, ha risposto: «Si parla tanto del fatto che abbiamo un problema di denatalità nel nostro Paese, si fa qualcosa e trovi sempre i 'Pierini' che vanno a disquisire». Il dialogo, ha poi aggiunto il presidente, è «sempre aperto: se ci sono proposte migliorative siamo pronti a farlo se invece si tratta solo di fare 'bu bu bu' per fare felici i soliti noti o le solite lobby non ci stiamo».

Bonafoni (Pd): «Risorse risibili»

Puntuale la risposta della consigliera regionale Marta Bonafoni:

«Non è con le offese che il presidente Rocca può raddrizzare la qualità e le intenzioni di una legge tutta sbagliata che abbiamo già iniziato a contrastare in commissione nel corso delle audizioni. Pierino - ha aggiunto la coordinatrice della Segreteria nazionale del Pd - è chi dietro un testo che si spaccia come capace di riordinare tutte le politiche regionali sulla famiglia stanzia risorse talmente esigue da risultare risibili». Per l’esponente democratica «la vera intenzione di questa destra è fare fare una legge-manifesto che risponda alle richieste della folta lobby - quella si'- dei cosiddetti Pro Vita che non a caso abbiamo visto comparire numerosissimi nel corso delle audizioni in commissione».


«Marotta (Sce): «Meno asili pubblici in favore di nidi 'domestici'»

E’ concorde il capogruppo di Sinistra civica ecologista in Regione Claudio Marotta: «Non possiamo accettare che la legge sia basata su principi ideologici e non sui diritti e sulle esigenze delle persone», ha detto. «Con l'approvazione della legge si rischia di disincentivare gli asili pubblici in favore di nidi 'domestici', screditare il ruolo dei consultori con un coinvolgimento delle associazioni pro-vita e con competenze professionali non specifiche», ha aggiunto il consigliere.

Cgil: «Chiediamo il ritiro della legge»

Quello degli asili «domestici» che la proposta di legge intende sostenere è un tema che preoccupa anche la Cgil: «Denunciamo l’indebolimento del sistema pubblico dei nidi e dei consultori attraverso la mancanza di fondi a vantaggio del privato e dell’associazionismo anti abortista. Per queste ragioni chiediamo il ritiro di una legge che non tutela le persone ma le discrimina», ha dichiarato il sindacato che aggiunge: «Il testo, basato su bonus e misure estemporanee, non affronta le vere cause del calo delle nascite: precarietà del lavoro, perdita del potere d’acquisto dei salari, politiche per la casa, mancanza di servizi educativi pubblici e accessibili in quantità e qualità», ha spiegato la Cgil.

Il calo delle nascite nel Lazio

Le premesse della legge partono dai dati della natalità nel Lazio. «Le famiglie sono sempre meno, e con sempre meno figli», si legge nella relazione illustrativa. I dati raccontano la progressiva diminuzione delle famiglie numerose, quelle con almeno tre figli, che dal 2009 al 2022 sono scese dal 5 al 3,6 per cento. Al lato opposto, in aumento, ci sono, invece, le famiglie con un solo figlio che nella regione Lazio sono il 48,9 per cento, al di sopra della media nazionale. Nel 2016, inoltre, le nuove nascite erano 47.595 mentre nel 2022 sono state36.062 unità.

Baldassare: «Polemiche pretestuose»

«La nostra proposta è pensata soprattutto per dare un sostegno a chi desidera avere figli ma non può permettersi di farlo, una iniziativa che vuole farsi carico prima di tutto dell'inverno demografico», ha dichiarato l’assessora alla Cultura, alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia della regione Lazio, Simona Baldassarre.

«Il dibattito sulle forme plurali di famiglie, importante e legittimo, non è il focus di questa proposta. Ugualmente pretestuose sono le polemiche relative alla valenza riconosciuta al nascituro e finalizzata al sostegno economico per la famiglia che verrà, per dare una mano a quelle realtà, dove già la proiezione di un figlio in più è un costo economico capace di minare la serenità della coppia. Insomma, ci muoviamo per fare sì che un figlio non sia più un lusso», ha concluso.

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