Roma, 4 dicembre 2025
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Da Degas e Renoir, fino a Van Gogh, Picasso e le avanguardie tedesche: al Museo dell’Ara Pacis cinquantadue capolavori

Dal 4 dicembre 2025 al 3 maggio 2026 il Museo dell’Ara Pacis ospita «Impressionismo e oltre», straordinaria selezione di 52 opere dal Detroit Institute of Arts

di Edoardo IacolucciULTIMO AGGIORNAMENTO 18 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Arriva a Roma una selezione eccezionale di cinquantadue capolavori provenienti dal Detroit Institute of Arts, che il Museo dell’Ara Pacis espone nella mostra «Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts». L’esposizione, in programma dal 4 dicembre 2025 al 3 maggio 2026, è promossa dal Campidoglio e organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con MondoMostre e il supporto di Zètema Progetto Cultura.

Curata da Ilaria Miarelli Mariani e Claudio Zambianchi, la mostra riunisce opere europee dal 1840 ai primi decenni del Novecento, documentando una fase cruciale in cui luce, colore e percezione ridefiniscono il linguaggio della modernità.

L’omaggio agli impressionisti

La prima sezione racconta il rinnovamento francese della metà dell’Ottocento con realisti e impressionisti impegnati nella rappresentazione della vita moderna. Spiccano i cinque dipinti di Edgar Degas, il celebre Bagnanti di Paul Cézanne e Donna in poltrona (1874) di Pierre-Auguste Renoir, scelto come visual ufficiale. Accanto, opere di Camille Pissarro, Alfred Sisley e Max Liebermann confermano la vitalità del linguaggio impressionista anche oltre i confini della Francia.

«Da domani 4 dicembre al Museo dell’Ara Pacis si apre la grande mostra “Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts”, uno dei musei più prestigiosi degli Stati Uniti» spiega l’assessore capitolino alla Cultura Massimiliano Smeriglio, sottolineando come «l’impressionismo» abbia rappresentato «una piccola rivoluzione» capace di trasformare per sempre «la raffigurazione, la luce, i colori».

Dopo l'impressionismo: Cézanne, Renoir e Van Gogh

Il percorso prosegue con le ricerche postimpressioniste successive al 1886. La Sainte-Victoire di Cézanne e i dipinti maturi di Renoir mostrano una nuova solidità formale, mentre le due opere di Vincent Van Gogh esprimono una percezione emotiva che anticipa le rivoluzioni del Novecento.

La Parigi delle avanguardie: Matisse, Picasso e la Scuola di Parigi

La parte centrale della mostra è dedicata alla Parigi dei primi decenni del Novecento. Sei opere di Pablo Picasso - dal periodo rosa al cubismo fino ai ritratti femminili degli anni Venti - tracciano un itinerario completo dell’artista. Henri Matisse è presente con tre dipinti realizzati tra il 1916 e il 1919, segnati dall’evoluzione verso una pennellata più ampia e sensuale. Completano il quadro María Blanchard e Juan Gris, insieme agli espressionisti Amedeo Modigliani e Chaïm Soutine.

L’avanguardia tedesca e la drammaticità del dopoguerra

In chiusura, una sezione dedicata ai movimenti tedeschi Die Brücke e Blaue Reiter presenta opere di Max Pechstein, Wassily Kandinsky e Lyonel Feininger. Seguono i lavori intensi di Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff, Emil Nolde, Oskar Kokoschka e Max Beckmann, il cui Autoritratto del 1945 riflette la precarietà della Germania del dopoguerra.

Accessibilità e percorsi inclusivi

La Sovrintendenza Capitolina dota anche questa mostra di servizi pensati per un pubblico ampio: percorsi multisensoriali, visite integrate, laboratori creativi, dispositivi di accessibilità e video Lis realizzati con l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza e Rai Pubblica Utilità. Per tutta la durata dell’esposizione sono previste visite tattili e visite con interpreti Lis gratuite, in collaborazione con il Dipartimento capitolino di Politiche sociali e Salute.

Così, con «Impressionismo e oltre», la Capitale accoglie un nucleo di opere che raramente lascia gli Stati Uniti, offrendo un’occasione unica per ripercorrere cinquant’anni di rivoluzioni artistiche che hanno definito la modernità europea.

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