Roma, 21 ottobre 2025
Economia

Il gioco legale in Italia tocca i 157 miliardi: boom dell’online, crollo del fisico

Nel 2024 la raccolta cresce del 42% rispetto al 2019. Il digitale traina il settore, mentre bar e sale slot arretrano. Dalla filiera 6 miliardi di euro per lo Stato.

di Leonardo CamparaULTIMO AGGIORNAMENTO 3 giorni fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Il gioco legale in Italia continua a crescere, ma cambia decisamente volto. Nel 2024 la raccolta complessiva ha raggiunto 157,4 miliardi di euro, con vincite per 135,8 miliardi e una spesa effettiva dei giocatori di 21,5 miliardi. Un aumento del 42% rispetto al 2019, dovuto quasi interamente al boom del gioco online, che nello stesso periodo è salito del 153%, mentre il gioco fisico resta in sofferenza, ancora -12% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Sono i dati del Report 2025 della CGIA di Mestre, presentato oggi a Palazzo Wedekind a Roma nel corso del convegno organizzato da As.Tro, l’associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito.

Il digitale trascina la crescita

Nel 2024 il comparto online ha generato 92 miliardi di euro di raccolta, di cui 87 miliardi restituiti in vincite. La spesa reale – circa 5 miliardi – si è divisa tra 1,2 miliardi di imposte e 3,8 miliardi destinati alla filiera industriale, che costituiscono il vero fatturato del settore.

«La crescita del gioco online riflette un cambiamento profondo nelle abitudini dei giocatori, sempre più orientati verso modalità digitali e strumenti a distanza. Serve una riforma capace di garantire stabilità e tutela per la rete legale, che resta un presidio economico e sociale importante per il Paese».

ha spiegato Massimiliano Pucci, presidente di As.Tro.

Casinò, carte e scommesse: i tre motori dell’online

Secondo la CGIA, il 95% dell’espansione del mercato digitale deriva principalmente da tre categorie: giochi da casinò (53%), giochi di carte non a torneo (28%) e giochi sportivi (14%). Dopo un rallentamento nel 2022, il settore ha registrato una crescita della spesa del 13% nel 2023 e del 16% nel 2024.

Il Decreto Legislativo n. 41/2024, entrato in vigore a marzo scorso, ha riorganizzato il sistema del gioco a distanza, assegnando 52 nuove concessioni a 46 operatori, generando 364 milioni di euro di introiti per lo Stato. Dal 2026 ogni concessionario potrà gestire un solo dominio e saranno razionalizzati anche i Punti Vendita Ricariche (Pvr), il cui numero è destinato a diminuire.

Il gioco fisico fatica a riprendersi

Nei punti vendita tradizionali, solo Lotto, Lotterie, scommesse sportive e Bingo mostrano segni positivi, ma il calo delle slot machine (Awp) e delle videolotterie (Vlt) trascina in basso l’intero comparto.

Nel 2024 la raccolta delle macchine con vincita in denaro è scesa a 32,6 miliardi di euro, in calo del 30% rispetto al 2019. Le Awp segnano un -6% sul 2023, mentre le Vlt tengono meglio, con una raccolta stabile a 16,6 miliardi, comunque -29% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Meno imprese e meno occupati

Il ridimensionamento del gioco fisico si riflette anche sulla rete e sull’occupazione. Tra il 2019 e il 2024 sono evaporati oltre 8.400 esercizi commerciali (bar, tabacchi, edicole e ristoranti) e 16.000 apparecchi. Le imprese della filiera slot e videolottery sono scese a 50.516, mentre gli occupati si attestano a circa 41.000 unità, con una perdita complessiva di 10.000 addetti in cinque anni.

Quanto entra nelle casse dello Stato dal gioco d’azzardo?

Nonostante il calo della raccolta fisica, il comparto del gioco legale resta una fonte importante per le finanze pubbliche: 6 miliardi di euro di gettito nel 2024, di cui 5,2 miliardi derivanti dal Preu (Prelievo erariale unico) sugli apparecchi e 788 milioni da altre imposte. Tuttavia, il gettito fiscale complessivo risulta inferiore di 1,5 miliardi rispetto al 2019.

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