Prima hanno parcheggiato le auto lungo il tracciato del cantiere poi, nella mattinata di giovedì 9 ottobre, hanno cercato di bloccare i lavori. E’ accaduto in via Guido Reni dove alcuni cittadini si stanno mobilitando contro il Grande raccordo anulare delle biciclette sia per la riduzione dei posti auto che per lo spazio veicolare dedicato alle auto.
Sul caso è intervenuto l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè. «Quello che sta accadendo da questa mattina sul cantiere del Grab di via Guido Reni, bloccato dalla protesta di 30 facinorosi tra cui esponenti di forze politiche sedicenti di Governo, è assolutamente inaccettabile», ha detto.
«Abbiamo sempre assicurato un confronto con i residenti, tra l'altro su un progetto, quello del Grab, che nasce dai cittadini», ha sottolineato l'assessore. Non solo, siamo sempre stati aperti a recepire delle modifiche proposte dalla cittadinanza, grazie alle quali già abbiamo recuperato moltissimi dei posti auto che si sarebbero persi. Un lavoro questo che sta continuando in maniera positiva con interlocutori responsabili e che in poche ore comunicheremo definitivamente. Il blocco del cantiere è pertanto inaccettabile nel metodo e nel merito soprattutto se dovesse integrare condotte contrarie alla legge. Confido che sarà assicurato il rispetto della legge consentendo agli operai di proseguire il loro lavoro su via Guido Reni fin da subito», ha concluso Patanè.
La protesta arriva a due giorni dalla manifestazione che hanno indetto le associazioni favorevoli alla ciclovia e agli altri interventi di mobilità sostenibile prevista per sabato 11 ottobre alle ore 15 proprio in via Guido Reni vicino al ponte della Musica.
«È ora che la maggioranza silenziosa dei romani che vuole una città più verde, più sicura, più europea si faccia sentire. Non possiamo lasciare che piccole minoranze rumorose decidano il futuro di Roma», dichiarano i promotori della manifestazione.
Tra loro ci sono Legambiente Lazio, Odissea Quotidiana, GRAB e Velolove, Salvaiciclisti e Movimento Diritti dei Pedoni insieme a Open House Roma, Touring Club Italia, Settimo Biciclettari, Iam – Intorno alle Mura, Free Wheels Club, Streets for Kids, Bike to School, Cittadini per l’Aria, Sentiero Pasolini, SL&A Turismo e Territorio, Vivilitalia, Associazione Le Bici, Kyoto Club e Rebike.
Più trasporto su ferro con l’investimento in tram e metropolitane, più corsie preferenziali per rendere gli autobus veloci e affidabili, più ciclabili «perché la bicicletta è un mezzo di trasporto urbano rapido, leggero ed economico», più aree pedonali «perché le piazze tornino a essere un luogo vissuto da tutti». Sono alcune delle rivendicazioni delle associazioni che chiedono anche strade scolastiche «per restituire spazi, autonomia e sicurezza alle nuove generazioni» e libertà di movimento per tutti.
«Ci sarebbe ampio spazio per garantire i diritti di tutti, basta gestire lo spazio pubblico in modo razionale!», scrivono gli organizzatori che aggiungono: «I romani de 'na vorta si muovevano in tram, in bici e a piedi. Non siamo geneticamente condannati a vivere in doppia fila!».
La manifestazione si tiene «non a caso» in via Guido Reni dove in queste settimane si stanno svolgendo i lavori del Grab, un percorso ciclabile di circa 50 km, atteso da molti anni, che collega le aree centrali di Roma con quelle periferiche e pensato sia per gli spostamenti quotidiani che nel tempo libero. Dal Colosseo all’Appia Antica, dal Parco degli Acquedotti al Quadraro, da Ponte Nomentano fino a Prati, da Castel Sant’Angelo ai Fori Imperiali, il Grab percorre un anello che attraversa i quartieri e i rioni della città tra cui il Flaminio fino a Prati.
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