Roma, 8 settembre 1943. La capitale era già stremata dai bombardamenti, affamata dal razionamento e percorsa da voci contrastanti. Poi, all’improvviso, l’annuncio dell’armistizio di Cassibile: l’Italia si arrendeva agli Alleati. Ma proprio in quelle ore decisive la città fu abbandonata da chi doveva guidarla. Il re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Pietro Badoglio fuggirono a Brindisi lasciando Roma senza difese, mentre i tedeschi scattavano con il Piano Achse per occupare aeroporti, caserme e nodi strategici.
Quella sera, alle 19:45, l’ambiguo proclama letto via radio ordinava di cessare le ostilità contro gli Alleati, ma di reagire «ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». Un messaggio che, invece di dare certezze, gettò i soldati nello sbandamento. Lo raccontò Beppe Fenoglio in Primavera di bellezza (1959): «Resistere ai tedeschi – non sparare sui tedeschi – non lasciarsi disarmare dai tedeschi – uccidere i tedeschi – autodisarmarsi…».
Ed è stato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi si è svolta a Porta San Paolo e al Parco della Resistenza la cerimonia commemorativa dell’82° anniversario della Difesa di Roma.
Pochi giorni dopo l'armistizio, al Sud, le truppe angloamericane sbarcavano a Salerno e iniziavano la lenta risalita della penisola. Nel Nord e nel Centro Italia, invece, la Wehrmacht impose la propria legge tra requisizioni, razionamenti e rappresaglie. La popolazione, già provata dai bombardamenti e dalla fame, si ritrovò in un incubo peggiorato.
L’8 settembre segnò anche l’inizio della Resistenza. Migliaia di soldati senza ordini scelsero di unirsi alle prime formazioni partigiane, dando vita a una guerra di liberazione che fu al tempo stesso lotta di popolo e guerra civile contro i fascisti della neonata Repubblica Sociale Italiana.
Per gli ebrei italiani, invece, iniziava il periodo più buio: nelle zone occupate dai tedeschi partirono razzie, arresti e deportazioni. Le leggi razziali fasciste, mai revocate da Badoglio, rimasero in vigore fino al gennaio 1944.
Da quel settembre convulso si arrivò, attraverso mesi di stragi, violenze e resistenza armata, al 25 aprile 1945: la Liberazione, la caduta del fascismo, la fine della guerra.
Oltre alle commemorazioni istituzionali, a ricordare quell’8 settembre, oggi a Roma, a Porta San Paolo si tiene l’evento Il coraggio di ricordare, con proiezioni e testimonianze. La viabilità sarà modificata tra le 19:30 e la mezzanotte, con deviazioni per dodici linee di autobus.
Perché ricordare significa non solo onorare chi scelse di combattere per la libertà, ma anche interrogarsi sul valore della democrazia, conquistata in quei giorni di resa e di caos.
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