Roma, 17 settembre 2025
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Cronaca di Roma

Aggrediti all'Esquilino due manifestanti post corteo per Gaza. Scontro politico acceso tra sinistra e CasaPound sulle dinamiche

Violenza in via Lanza al termine della manifestazione. La Digos indaga. Pd e Avs parlano di raid neofascista, CasaPound respinge le accuse ma non spiega i fatti

di Giacomo ZitoULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

Serata di violenza a Roma al termine del corteo per Gaza tenutosi il 16 settembre da piazzale Aldo Moro a largo Corrado Ricci. Alcuni partecipanti, al termine della manifestazione, sono stati aggrediti in via Giovanni Lanza da un gruppo di persone, davanti a un locale.

Due ragazzi sono rimasti feriti, uno con profonde lesioni alla testa, e sono stati trasportati in ospedale. La Digos ha avviato le indagini per ricostruire la dinamica. Uno dei feriti ha riferito di essere caduto nella fuga dall’aggressione, riportando una ferita lacerocontusa, ma non ha ancora sporto denuncia.

Secondo quanto riferito in un post di denuncia pubblicato da Gianluca Peciola, ex consigliere comunale di Sel, gli assalitori sarebbe stati armati di caschi e coltelli.

Le denunce politiche: «Raid neofascista»

Le dinamiche dell'episodio non sono ancora del tutto chiare, mentre sono state immediate le reazioni politiche alla vicenda. Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico, ha parlato di «ennesimo episodio di violenza squadrista» e di una «vera e propria rappresaglia davanti al Carrè Monti, locale di riferimento della destra estrema». Droghei ha chiesto al governo una «condanna chiara e inequivocabile» e ha ringraziato la Digos per il lavoro investigativo.

Sulla stessa linea Peppe De Cristofaro (Alleanza Verdi e Sinistra), che ha denunciato «un raid con mazze, bastoni e coltelli» e ha accusato la destra di alimentare un «clima avvelenato» in cui gruppi neofascisti si sentono legittimati alla violenza.

La replica di CasaPound

Diversa la versione di CasaPound Italia, che non respinge le accuse ma si prodiga in una nota di raccontare piuttosto quella che è la propria versione dei fatti.

Secondo il movimento, infatti, «la verità è che ad essere colpita è stata un’attività privata individuata come luogo di riferimento di CasaPound. Un gruppo di antifascisti, distaccatosi dal corteo che transitava su via Giovanni Lanza, ha infatti preso di mira un bar, danneggiandone le vetrine e minacciando i gestori, aggredendo clienti e tirando bottiglie e fumogeni nel bar rischiando di causare un incendio».

I gestori del locale, a seguito dell'aggressione, avrebbero quindi sporto denuncia contro ignoti per i danni subiti. Quello che però è accaduto successivamente non viene in alcun modo citato nella nota di CasaPound, se non attraverso un'accusa rivolta alle istituzioni: «È inaccettabile che durante manifestazioni monitorate dalle autorità di pubblica sicurezza possano verificarsi simili atti di violenza, nella consueta impunità, mentre le indagini vengono paradossalmente indirizzate contro di noi», continua il testo.

La denuncia di CasaPound è quindi rivolta a quella che viene definita una «manipolazione dei fatti», nonostante quanto scritto in risposta non vada in alcun modo a intaccare la narrazione fornita dalla "controparte".

Sebbene infatti l'aggressione avvenuta ai danni del locale debba essere chiarita da un'indagine, rimane altresì da chiarire quanto avvenuto successivamente così come denunciato dai manifestanti, ovvero quella che sembra apparire come una "risposta" agli attacchi subiti dal locale. Alla Digos il compito di indagare per giungere a una verità il più possibile accurata dei fatti.

Foto: l'incrocio tra via Lanza e via Equizia. Fonte: Google Earth (giugno 2024)

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