Roma, 23 settembre 2025
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Assemblea capitolina straordinaria a Rebibbia: approvati sette ordini del giorno, compresa la proposta dell'ex sindaco detenuto Alemanno

L’aula Giulio Cesare si è trasferita per un giorno nel teatro dell'istituto penitenziario. Gualtieri al governo: «Urgenti interventi contro il sovraffollamento»

di Camilla PalladinoULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 5'

(Foto di Camilla Palladino)

Il parlamento romano si trasferisce per un giorno nel carcere di Rebibbia. Nel pomeriggio di martedì 23 settembre, nel più grande istituto penitenziario di Roma, si è svolta una seduta straordinaria dell'assemblea capitolina. La riunione è stata ospitata nel teatro del nuovo complesso, lo stesso che nel 2012 fece da set al film «Cesare deve morire». L’iniziativa, promossa dalla consigliera Cristina Michetelli, ha visto la partecipazione di 39 consiglieri, del sindaco Roberto Gualtieri, della presidente dell’assemblea Svetlana Celli, della direttrice dell’istituto Maria Donata Iannantuono, della comandante della polizia penitenziaria Sarah Brunetti, della garante dei detenuti di Roma Valentina Calderone, di rappresentanti dell’avvocatura e del mondo giudiziario, oltre che di detenuti e detenute.

Tre generazioni di sindaci

Presenti tre generazioni di primi cittadini: oltre all'attuale primo cittadino che ha presieduto i lavori, l’ex sindaco Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia dal Capodanno 2025 per violazione degli obblighi dei domiciliari, con una condanna che terminerà tra nove mesi, l’ex sindaca Virginia Raggi, oggi consigliera comunale del Movimento 5 stelle e l’attuale primo cittadino. In platea anche gli assessori capitolini Massimiliano Smeriglio (Cultura) e Claudia Pratelli (Scuola).

Celli: «Un atto di responsabilità istituzionale»

Ad aprire i lavori è stata la presidente Celli, che ha ricordato come non si tratti della prima volta dell’assemblea a Rebibbia: «Un momento storico ma non unico, poiché già nel 2002 si è tenuta qui una seduta del consiglio comunale. È un atto di responsabilità istituzionale e di presenza, che vogliamo tradurre in azioni concrete ed efficaci».

L’allarme della garante: 61 suicidi dall’inizio dell’anno

La garante dei detenuti Valentina Calderone ha denunciato il dramma dei suicidi: «Da inizio anno sono 61, e gli ultimi due si sono verificati proprio qui a Rebibbia, Daniela e Flavio». Da qui la richiesta di provvedimenti straordinari: «Non è una resa dello Stato, se lo Stato non è in grado di garantire i diritti», ha sottolineato rilanciando la necessità di amnistia e indulto.

Gualtieri: «Il governo non dà risposte»

A questo proposito il sindaco Gualtieri ha ribadito l’urgenza di interventi nazionali: «La situazione carceraria nella nostra città è particolarmente drammatica. Non siamo nelle condizioni di assolvere al dettato costituzionale per cui la pena ha una funzione di rieducazione. Per questo credo siano urgenti interventi nazionali finalizzati a porre fine al sovraffollamento».

Poi l’affondo sull’esecutivo: «Il governo non sta dando risposte a questo problema. Noi da parte nostra facciamo quello che possiamo e oggi abbiamo approvato importanti ordini del giorno per cose concrete che favoriscono la rieducazione e che vanno nella direzione che vogliamo dare alla nostra città, che è quella di una comunità che non mette da parte i più fragili, come appunto i detenuti».

A margine della seduta, il sindaco ha insistito: «Per migliorare le condizioni delle carceri servono urgenti interventi nazionali per porre fine al sovraffollamento e invece si introducono nuovi reati. Il governo deve fare tanto, perché l’emergenza è insostenibile».

Le posizioni della Lega

Dal fronte dell’opposizione è arrivata la voce del consigliere Maurizio Politi (Lega): «Le proposte di amnistia e indulto ci vedono contrari, ad oggi non è una priorità del governo Meloni. Esistono mille modi per affrontare il sovraffollamento delle carceri. Per noi la priorità è offrire da una parte una seconda opportunità, dall’altra mettere in sicurezza chi ogni giorno nelle carceri fa il suo lavoro tra molte difficoltà».

I sette ordini del giorno approvati

Nel corso della seduta sono stati approvati all’unanimità sette ordini del giorno, elaborati dopo sei incontri preparatori tra consiglieri e detenuti dei reparti maschile e femminile. Due detenuti (un uomo e una donna) hanno preso la parola per ciascun documento, contribuendo alla stesura finale.

Gli odg hanno riguardato il diritto alla salute, presentato da Raggi, che ha sottolineato come «muri e cancelli del carcere non possono tenere fuori i diritti della persona». Il reinserimento lavorativo, con programmi di formazione e occupazione. Lo sport in carcere come strumento di benessere e rieducazione. Le visite familiari, con il potenziamento della linea 311 e l’installazione di pensiline più ampie alle fermate, proposto da Elisabetta Lancellotti (Lista Civica Gualtieri). Il miglioramento dei servizi di vita quotidiana, come la distribuzione di ventilatori e kit di prima necessità per chi lascia l’istituto. La formazione e l’istruzione per rafforzare il diritto allo studio. E infine il riconoscimento simbolico del carcere come XVI municipio proposto dal Pd con Baglio e Michetelli in prima firma.

Alemanno: «Un orto urbano per combattere l’ozio»

Tra gli interventi più discussi quello di Alemanno, che ha lanciato la proposta di realizzare un orto urbano nel carcere: «Non è un tema di nicchia ma un modo per riagganciare le persone al dato del cibo e dell’alimentazione, superando l’intermediazione di multinazionali e grande distribuzione. In questo modo ci riconnettiamo alla natura e all’ambiente e farlo in prigione è molto importante per due motivi. Il primo è che così sconfiggiamo il grande nemico qui dentro, l’ozio. E poi perché così compiamo un investimento sociale sulla sicurezza, che non si risolve facendo marcire le persone in carcere». L’ex sindaco ha poi ringraziato l’aula: «Ci avete fatto sentire riammessi nella comunità cittadina e sento di poter dire etiam nos cives romani sumus (dal latino: anche noi siamo cittadini romani, ndr)».

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