
Volti in primo piano decorati con mezze lune stilizzate sono i protagonisti del mosaico appena spuntato in piazza Sant’ Emerenziana, a Roma, nel quartiere Africano del II municipio. L’opera - l’«Albero delle Identità – Donne che lasciano il segno»- realizzata da oltre 150 persone tra studenti e cittadini, sarà presentata al pubblico martedì 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Maria Montessori, Nilde Iotti, Rita Levi-Montalcini, Anna Magnani, Grazia Deledda: tutte hanno attraversato questo territorio, tutte hanno lasciato il segno. A loro è dedicata l'opera che sarà inaugurata con un flash mob creativo degli studenti di alcune scuole del municipio.
L’iniziativa fa parte di un percorso di educazione civica, orientamento e potenziamento delle competenze trasversali, realizzato da Aps Happy Coaching and Counseling con il supporto del II municipio in alcune scuole del territorio. Lo scorso anno il progetto è stato proposto a piazza dell'Immacolata con gli studenti di San Lorenzo. In questa occasione sono stati coinvolti gli alunni dell’istituto superiore Giosuè Carducci e dell’istituto comprensivo Montessori–Pini.

Dalle 11:30 il coro a cappella dell’Istituto G. Carducci accompagnerà il flashmob con un intervento musicale pensato per l’occasione: studentesse, studenti, docenti e dirigenti animeranno la piazza con un’azione simbolica collettiva sotto l’Albero delle Identità, per dire insieme «NO alla violenza sulle donne e a qualsiasi forma di violenza». Con loro ci sarà anche la presidente del municipio Francesca Del Bello insieme agli assessori alla Scuola e al Sociale Paola Rossi e Gianluca Bogino e alla consigliera Celeste Manno. La comunità scolastica e territoriale si ritroverà, poi, intorno al mosaico per un momento di silenzio, ascolto e responsabilità condivisa.

«La scelta dell’Albero delle Identità come forma di intervento urbano non è casuale: prendersi cura di un’opera collettiva, visibile ogni giorno da chi attraversa la piazza, significa imparare a prendersi cura di sé e delle proprie relazioni», spiegano dall'Aps Happy Coaching and Counseling. «Il conflitto - aggiungono gli organizzatori - fa parte della vita: la violenza invece è una scelta, e come tale può e deve essere rifiutata, prevenuta e trasformata attraverso l’educazione e la responsabilità condivisa».
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