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Da via del Corso alla Tangenziale Est: a Roma due nuovi processi per gli attivisti di Ultima Generazione

  • Edoardo Iacolucci
  • 2 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Le vicende giudiziarie che coinvolgono gli attivisti di Ultima Generazione riguardano due episodi simbolici delle loro azioni di disobbedienza civile. La nuova protesta contro il «Decreto Sicurezza»

Da via del Corso alla Tangenziale Est: a Roma due nuovi processi per gli attivisti di Ultima Generazione
A sinistra l'azione alla Tangenziale Est, a destra la protesta in via del Corso

Si sono svolte lunedì 12 e martedì 13 maggio presso il tribunale di Roma due importanti udienze predibattimentali che riguardano i processi al movimento ambientalista Ultima Generazione, coinvolto in recenti azioni di protesta.


Azioni per cui ci sono processi in corso per Ultima Generazione: da via del Corso, alla Tangenziale Est

Le vicende giudiziarie che coinvolgono gli attivisti di Ultima Generazione riguardano due episodi simbolici delle loro azioni di disobbedienza civile.


Il primo risale al 14 maggio 2024, quando sette persone hanno partecipato a un’azione dimostrativa in via del Corso, nel cuore di Roma. Per questo episodio, agli imputati sono contestati diversi reati, tra cui la violazione delle misure di prevenzione (art. 76, comma 3 del D.lgs. 159/2011), il concorso al reato (artt. 81 e 110 del codice penale) e il danneggiamento aggravato (art. 639, comma 2 c.p.). L’udienza è stata rinviata al 6 ottobre 2025.


Il secondo episodio si è svolto il 17 maggio 2023 sulla Tangenziale Est, dove 14 attivisti hanno messo in atto un blocco stradale per richiamare l’attenzione sulla crisi climatica. Anche in questo caso le accuse sono pesanti: interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.), concorso e istigazione a delinquere (artt. 110 e 112 c.p.), e di nuovo la violazione delle misure di prevenzione previste dal D.lgs. 159/2011. L’udienza per questo processo è stata fissata al 24 novembre 2025.

«Il decreto sicurezza - denunciano gli attivisti - colpirà ogni cittadino nel suo diritto al dissenso»

La lotta contro il «Decreto Sicurezza»


Adesso uno dei punti principali della battaglia di Ultima Generazione è il famigerato «Decreto Sicurezza», passato, come suggerisce il nome, da un decreto governativo, e non con l'iter parlamentare previsto di norma. Un provvedimento che molti giuristi definiscono espressione del peggior populismo penale, e secondo lo stesso movimento è «l’ennesimo atto di asservimento e annichilimento del Parlamento, ridotto sempre più a semplice spettatore». Un uso distorto della legge, che svuota la democrazia:

«Come ha ricordato più volte la Corte costituzionale - ricordano dal movimento ambientalista -, il decreto legge è uno strumento eccezionale, da usare solo in caso di reale necessità e urgenza. È un principio chiaro: se non c’è un’emergenza, il decreto non è legittimo. E allora ci chiediamo: qual è l’urgenza? Quale minaccia imminente giustifica l’imposizione, senza confronto democratico, di misure così repressive? La realtà è che l’unica urgenza del governo è zittire il dissenso».

«Adesso processano noi, prossimi potreste essere voi»


Il Ministro dell’Interno, Piantedosi, ha dichiarato che «i tempi si sarebbero prolungati troppo», giustificando così l’uso del decreto legge al posto del regolare iter parlamentare. In pratica, ricordano da Ultima Generazione

«è stato scelto di aggirare il confronto democratico, considerato troppo lento rispetto alla necessità di reprimere rapidamente le proteste».

Con il nuovo decreto, anche semplici azioni di protesta potrebbero portare a pene molto severe. E concludono con un laconico monito: «Adesso processano noi, prossimi potreste essere voi».


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