Torture e maltrattamenti al centro della Croce Rossa: tre condanne e un'assoluzione per gli Oss coinvolti
- Redazione La Capitale
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L'inchiesta è partita in seguito a una denuncia sporta dai vertici della Croce Rossa nell’aprile 2023, dopo che un paziente della struttura era stato notato con una vistosa ecchimosi al volto

Si è concluso con tre condanne e un’assoluzione il caso di violenza su pazienti fragili. I fatti risalgono al periodo tra aprile e novembre 2023, quando i carabinieri avevano condotto un’indagine su gravi abusi perpetrati all’interno del Centro di educazione motoria (CEM) della Croce Rossa Italiana, nel quartiere Portuense.
Maltrattamenti al Cem, l'indagine
L'inchiesta è partita in seguito a una denuncia sporta dai vertici della Croce Rossa nell’aprile 2023, dopo che un paziente della struttura era stato notato con una vistosa ecchimosi al volto, sospetta conseguenza di percosse. Da quel momento, grazie a un’articolata attività investigativa composta da intercettazioni, testimonianze e acquisizioni documentali, gli inquirenti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di dieci operatori socio sanitari.
Cinque di loro erano stati accusati del reato di tortura, altri cinque di maltrattamenti su persone affidate a loro per ragioni di cura, vigilanza e custodia — reati aggravati dalla qualifica di incaricati di pubblico servizio. Per uno degli indagati è stata anche formulata l’ipotesi di violenza sessuale, in quanto avrebbe palpeggiato un paziente durante il ricovero.
Le vittime, due pazienti affetti da gravi disabilità psico-fisiche, avrebbero subito ripetute violenze fisiche e psicologiche, secondo quanto emerso dalle indagini. L’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari ha parlato senza mezzi termini di una “galleria degli orrori”, sottolineando come le violenze siano state accompagnate da insulti e scherni rivolti alle vittime per i loro deficit mentali.
Nel luglio 2024, a seguito degli elementi raccolti, erano scattati gli arresti domiciliari per tutti e dieci gli indagati. Nel corso dell’iter giudiziario, due operatori sono stati rinviati a giudizio, mentre quattro hanno optato per il patteggiamento. Ora, all’esito del processo, sono arrivate tre condanne e un’assoluzione, a conferma della gravità delle accuse mosse nei confronti di chi avrebbe dovuto garantire assistenza e tutela ai soggetti più vulnerabili.