Stop alla violenza, arbitri in protesta nel Lazio e in tutta Italia. Onorato: «Decisione forte e simbolica»
- Redazione La Capitale
- 5 dic 2024
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La protesta degli arbitri del Lazio potrebbe presto essere imitata da altri Comitati regionali, rafforzando un messaggio di condanna verso qualsiasi forma di violenza

Una decisione forte scuote il mondo del calcio dilettantistico nel Lazio. Per il prossimo weekend è stato proclamato uno sciopero delle designazioni arbitrali, che bloccherà tutte le partite, dall’Eccellenza fino all’Under 14. Questo gesto è una risposta decisa all’ennesimo episodio di violenza ai danni di un arbitro, il 30enne di Civitavecchia aggredito durante il match Corchiano-Celere di III categoria. L’aggressione rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che hanno spinto l’Associazione italiana arbitri a prendere posizione contro un fenomeno che si sta trasformando in una vera e propria emergenza sociale.
Protesta arbitri, un messaggio per il calcio e la società
Oltre allo sciopero nel Lazio, nel prossimo weekend tutti gli arbitri italiani, dalla Serie A alle categorie minori, scenderanno in campo con un segno nero sul viso per manifestare contro la
violenza nei confronti dei direttori di gara.
«Questa iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su una piaga sociale che non può essere tollerata – ha dichiarato Carlo Pacifici, presidente dell’Aia – ed esprime solidarietà a tutti i colleghi vittime di queste aggressioni. Servono azioni concrete e un coinvolgimento collettivo ogni volta che un arbitro viene colpito».
La protesta nel Lazio potrebbe presto essere imitata da altri Comitati regionali, rafforzando un messaggio di condanna verso qualsiasi forma di violenza. L’obiettivo è chiaro: restituire dignità e sicurezza a chi scende in campo per garantire il corretto svolgimento delle partite.
«La decisione degli arbitri di Roma e del Lazio di protestare questo weekend, per i troppi episodi di violenza subiti, è forte, simbolica e grave - ha commentato Alessandro Onorato, assessore allo Sport del Campidoglio -.È inammissibile che ragazze e ragazzi, che per passione ogni fine settimana permettono il regolare svolgimento dei campionati, vengano presi di mira da coetanei, allenatori, genitori sui campi di ogni categoria. Con parolacce, insulti, minacce e addirittura aggressioni fisiche. Purtroppo anche durante partite di adolescenti».