Rebibbia, i detenuti scrivono favole per i bambini oncologici: nasce un libro illustrato e un audiolibro
- Redazione La Capitale
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Nel carcere romano nasce un libro illustrato e un audiolibro scritto e registrato dai detenuti per i piccoli pazienti oncologici

Dietro le mura del penitenziario di Rebibbia, un gruppo di detenuti ha dato vita a un progetto di scrittura creativa che ha trasformato le parole in ponti verso l’esterno. «Favole che leggono il mondo» è il nome dell’iniziativa che ha portato alla realizzazione di un libro di storie per bambini e bambine seguiti da Peter Pan Odv, organizzazione di volontariato che offre accoglienza a famiglie con figli oncologici.
Promosso da Associazione Masc Aps, in collaborazione con Dire Fare Cambiare Aps e con il sostegno dell’otto per mille della Chiesa Valdese, il progetto è stato reso possibile anche grazie al supporto della Direzione e dell’Area Educativa del carcere, che hanno creduto nel valore educativo e trasformativo dell’iniziativa.
Favole su carta, in digitale e in voce: un libro in tre formati
Il laboratorio ha visto i partecipanti impegnati nella scrittura di favole poi illustrate da Elisa Pacitti e pubblicate in formato cartaceo, digitale e audio. Proprio i detenuti hanno dato voce ai racconti, registrando un audiolibro destinato ai piccoli destinatari delle storie.
L’incontro tra detenuti e famiglie accolte da Peter Pan Odv
Durante l’incontro, una delegazione di Peter Pan Odv ha potuto ascoltare direttamente le voci degli autori e ricevere in dono le favole. Il progetto ha mostrato come il carcere possa diventare spazio di relazione, espressione e impegno sociale, offrendo ai partecipanti un’occasione per mettersi in gioco e contribuire concretamente al benessere di altri.
Un team multidisciplinare per accompagnare la trasformazione
A guidare il laboratorio è stato un team multidisciplinare composto da Giulia Morello, David Mastinu, Giulia Corradi, Silvia Vallerani, Elisa Pacitti e Assia Fiorillo. Attraverso competenze artistiche, culturali e pedagogiche, il gruppo ha accompagnato i detenuti in un percorso di crescita e immaginazione.