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«Questa città ripudia la guerra»: sit-in al Pantheon per la campagna Stop ReArm Europe

  • Edoardo Iacolucci
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 ore fa

Una grande bandiera della pace ha colorato i sampietrini di piazza della Rotonda, circondata da decine di altre bandiere arcobaleno

stop rearm europe
Sit-in al Pantheon per la campagna Stop ReArm Europe (A.Gizzi)

Davanti al Pantheon si sta tenendo la mobilitazione europea contro il riarmo, nell’ambito della campagna internazionale Stop ReArm Europe.

Una grande bandiera della pace ha colorato i sampietrini di piazza della Rotonda, circondata da decine di altre bandiere arcobaleno, simboli della Palestina e cartelli con forti richiami alla giustizia sociale e alla fine dei conflitti.


Adesioni da oltre 800 sigle in 18 paesi europei, di cui oltre 200 in Italia. Una pluralità di soggetti uniti da un obiettivo comune: fermare le politiche bellicistiche dell’Italia e degli altri Stati Ue costruendo un percorso di partecipazione dal basso a tutti i livelli e che avrà il suo primo momento di mobilitazione europea coordinata nella settimana del 21 giugno, in occasione del vertice Nato all’Aja.


L’evento, promosso a Roma da oltre 60 associazioni aderenti alla Rete Italiana Pace e Disarmo, ha visto la partecipazione di centinaia di manifestanti, radunatisi a partire dalle 10 del mattino. Il messaggio è stato chiaro: «Basta politiche di riarmo, sì alla pace».



Gli slogan: da Gaza alla Costituzione, il grido della piazza

«Siamo qui contro tutte le guerre che portano morte - spiegano i manifestanti -, e distruggono la democrazia. Siamo in piazza per la Pace, per fermare il genocidio a Gaza e per l’ingresso degli aiuti umanitari, per chiedere la risoluzione diplomatica e pacifica del conflitto in Ucraina».


Tra gli slogan più ripetuti:

«Stop bombing Gaza. Subito la pace»,

scritto su numerosi cartelli affiancati alla bandiera palestinese. Su un altro grande striscione si leggeva:

«Questa città ripudia la guerra»,

parafrasando l’articolo 11 della Costituzione Italiana. E ancora:

«Zona rimozione. No al riarmo, sì alla pace»,

con l’immagine stilizzata di un carro armato sollevato da una gru, a simboleggiare la volontà di smantellare le logiche belliche.


Il richiamo a Papa Leone XIV: «Una pace disarmata e disarmante»

Non è mancato il richiamo al nuovo Pontefice, Papa Leone XIV, recentemente eletto. I promotori hanno sottolineato l’importanza del suo primo messaggio di speranza per una

«pace disarmata e disarmante»,

auspicando così un impegno concreto della Chiesa e delle istituzioni civili e politiche per fermare la corsa agli armamenti.


La voce degli studenti: «Più servizi pubblici, meno armi»

«Non possiamo rispondere all’escalation dei conflitti con ulteriori armamenti. Le armi portano solo altra guerra. Serve un’iniziativa di pace reale, fondata sulla giustizia e sulla solidarietà tra i popoli»,

ha spigato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.

«Con questi fondi, invece di spendere 800 miliardi in armamenti, si potrebbero potenziare i servizi pubblici, l’istruzione e la sanità. La società civile e i giovani stanno dalla parte della pace»,

ha aggiunto.


Stop ReArm Europe, il messaggio al Governo

«Chiediamo che l’Italia e l’Europa - hanno spiegato i manifestanti - investano sulle grandi sfide del futuro, per una società aperta, senza muri, per abbattere tutte le disuguaglianze e le discriminazioni, razziste, di classe e di genere. E che rinuncino al Riarmo, che invece finanzierà un ‘Sistema guerra’ che ci riporterà indietro nella Storia»

Chi è in piazza sostiene che l’economia bellica vada fermata al più presto perché «minaccia di trasformare filiere produttive locali in fabbriche di armi: la cultura della militarizzazione e un controllo dei programmi didattici sempre più pervasivi nella scuola».


L'economia bellica e la corsa al riarmo

«alimenta - secondo i manifestanti - razzismo e patriarcato. La deriva autoritaria del dl Sicurezza, che erode diritti civili e libertà d’informazione».

Una mobilitazione che attraversa l’Europa

Il sit-in al Pantheon si inserisce in una più ampia mobilitazione europea che, nelle stesse ore, ha visto analoghe iniziative in diverse capitali e città del continente. Un segnale forte contro il Piano di Riarmo europeo, che secondo i manifestanti rischia di aggravare le tensioni internazionali e distogliere risorse fondamentali per il benessere delle comunità:

«Ci appelliamo a tutte le forze politiche e della società civile, al mondo della scienza, dei media, cultura e spettacolo affinché si schierino contro il riarmo».

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