Meloni chiude, di nuovo, Villa Pamphilj. Tomassetti scrive al questore: «Siano garantiti egualmente sicurezza e fruizione»
- Giacomo Zito
- 5 ore fa
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Prevista il 20 giugno l'ennesima interdizione al pubblico del polmone verde per eventi istituzionali del governo. Per il presidente del municipio XII «la questione non è affatto secondaria»

«Ennesima chiusura di Villa Pamphilj per motivi di sicurezza» così commenta in un post affidato ai social il presidente del XII municipio di Roma Elio Tomassetti a seguito dell'ennesimo ordine di chiusura dell'intera Villa per l'organizzazione di un incontro istituzionale da parte del governo Meloni previsto venerdì 20 giugno 2025.
Una nuova chiusura su cui il presidente interviene chiedendo l'apertura di un confronto con la prefettura per garantire in egual misura la sicurezza del parco e il diritto di fruizione dello stesso al pubblico.
Già a maggio la questione era stata portata all'attenzione dal municipio con una mozione del Consiglio, ricorda Tomassetti, dopo tre chiusure in poco più di un mese. Lo stesso era inoltre avvenuto alla Camera dei deputati grazie a un'interrogazione parlamentare del deputato del Partito democratico Claudio Mancini.
Il messaggio del presidente al questore
Nel suo messaggio il presidente si rivolge quindi direttamente alle forze dell'ordine: «Comprendiamo la necessità di chiusura della parte ospitante eventi istituzionali, e siamo disponibili al dialogo con la prefettura, ma riteniamo che la fruizione della Villa dev’essere garantita in tutto il resto dello spazio pubblico e comune», è il commento del mini-sindaco.
La battaglia di Tomassetti per il diritto alla fruizione della Villa segue alle continue proteste portate avanti dai cittadini e dell'associazione Per Villa Pamphilj. «La questione non è affatto secondaria - continua il presidente - poiché viene inevitabilmente meno la corretta informazione ai cittadini, creando anche profondi disagi alle attività commerciali».
L'augurio di Tomassetti è infine rivolto alla ricerca di una soluzione che tenga in considerazione in egual modo sicurezza e fruizione degli spazi: «La sicurezza dell’evento e il diritto di fruizione di questo polmone verde, specie in estate, devono essere garantiti in egual misura».
Con l'obiettivo di giungere a una soluzione condivisa, il presidente del XII municipio ha quindi annunciato di aver «preso carta e penna» e di aver scritto al questore «per capire come affrontare i prossimi eventi».
La storia e il ruolo di Villa Pamphilj
Quella prevista per il 20 giugno sarà quindi la quarta chiusura in tre mesi di tutta l'area verde, dopo i tre incontri svolti tra il 9 aprile e il 12 maggio.
«Sono 35 anni che la palazzina Algardi [il Casino del Bel Respiro, ndr] è la sede di rappresentanza della presidenza del Consiglio dei ministri» scrive nell'interrogazione parlamentare Mancini ma, aggiunge, «solamente in pochissimi casi è stato necessario chiudere completamente la Villa». In precedenza era infatti prassi dislocare degli agenti all’interno del parco, mentre ora si preferisce direttamente chiudere qualsiasi accesso.
Misure di sicurezza che Mancini si chiede se siano effettivamente necessarie, ponendo la questione alla premier Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e che, a quanto pare, è rimasta inascoltata.
Dello stesso avviso è il consigliere capitolino Lorenzo Marinone (Pd) che sempre a metà maggio ha portato la questione in Aula Giulio Cesare con una mozione che ha ottenuto un'ampia maggioranza. Anche in questo caso, però, non sarebbe giunta alcuna risposta da parte del Consiglio dei ministri.
Il Casino del Bel Respiro, che prende il nome di Palazzina dell'Algardi in onore al suo realizzatore, Alessandro Algardi, è dal 1967 parte del demanio dello Stato. Il luogo è stato scelto come sede per incontri istituzionali per il governo, nonostante dagli anni Novanta l'Associazione per Villa Pamphilj ne chieda la concessione al Comune di Roma per una fruizione più continuativa degli spazi, il cui accesso è oggi continuamente interdetto dai continui eventi istituzionali.