La cantina allagata, il terrazzo inagibile e la muffa. I residenti delle case Ater: «Chiediamo di vivere in maniera dignitosa»
- Titty Santoriello Indiano
- 22 gen
- Tempo di lettura: 5 min
Siamo andati a casa di Alessio, di Adriana e di altri condomini delle case popolari tra viale Jonio e il Tufello che ci hanno mostrato le condizioni delle palazzine in cui vivono. Uno dei problemi, oltre alle infiltrazioni e alle macchie di muffa negli appartamenti, è l'assenza di ascensore in molti stabili di cinque o sei piani. Una residente: «Mio marito con il parkinson non poteva uscire» . I consiglieri di Sce: «Servono i fondi dalla regione Lazio e interventi strutturali»

C’è un odore persistente di muffa a casa di Maria, eppure il suo appartamento è bello, curato, pulito. Ma, addentrandosi in cucina, si scorge un’enorme macchia nera sulla parete, in alto, in corrispondenza del lavandino e dei fornelli. Segni di umidità sono visibili in bagno e in camera da letto tanto che quando Maria stende il bucato posiziona lo stendino nell’unico angolo salubre dell’appartamento: il soggiorno. «Dal novembre del 2023 abbiamo segnalato la situazione anche tramite l’avvocato e andando negli uffici competenti e purtroppo nessuno è intervenuto», ci ha raccontato la madre di Maria. «Infatti - ha aggiunto - abbiamo provveduto di tasca nostra chiamando degli operai ma purtroppo la muffa ritorna, si stacca l’intonaco e la situazione peggiora giorno dopo giorno». Ci troviamo in via delle isole Curzolane 141 nelle case popolari dell’Ater, in uno dei tanti lotti tra viale Jonio e il Tufello a circa un km e mezzo da piazza Sempione. E’ proprio l’Ater a dover provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. La prima viene finanziata con i proventi delle bollette dei condomini - ci spiega l’azienda per l’edilizia residenziale pubblica di Roma che abbiamo raggiunto al telefono - la seconda avviene tramite una programmazione di interventi con fondi regionali.
In cantina entra l'acqua e le pareti sono ammuffite: «Da 10 anni inviamo segnalazioni»
«Sono nato qui, ci sto da sempre e poi ho fatto il grande errore di acquistare casa e ora ho un mutuo e questo è il risultato», dice un residente di una palazzina in via Monte Massico 58 mostrandoci la cantina al piano «meno uno» dove entra l’acqua quando piove, la pavimentazione è sconnessa e riparata con dei mezzi di fortuna e le pareti sono completamente ammuffite. Mentre l'Ater è intervenuta nella stessa strada in alcuni palazzi riqualificati - dove è stato anche realizzato il cappotto termico - «da 10 anni cerchiamo di farci ascoltare ma qui l’acqua continua a scorrere», racconta Alessio che da tre decenni vive in questo condominio. «C’è un tubo rotto, bisognerebbe cambiarlo, noi paghiamo le bollette, siamo in regola ma, nonostante le segnalazioni, nessuno ci ascolta», aggiunge Alessio che non nasconde la sua preoccupazione: «Qui rischiamo l’inagibilità di tutto il palazzo. Noi chiediamo solo di vivere in maniera dignitosa».

Marotta (Sce): «Assicurare una vita dignitosa nelle case popolari»
E' proprio la necessità di «assicurare condizioni di vita dignitose ai cittadini, contrastare il degrado, salvaguardare l’igiene e la sanità pubblica e il patrimonio immobiliare» il contenuto di un'interrogazione urgente presentata in regione all'assessore alle Politiche abitative e alle case popolari Pasquale Ciacciarelli. L'autore del documento è il consigliere regionale di Sinistra civica ecologista (Sce) Claudio Marotta: «Non bastano le lamentele e la mancanza di risorse, sono risposte non sufficienti: bisogna intervenire per ristabilire una qualità di vita dignitosa nelle nostre case popolari», ha dichiarato Marotta che si è recato più volte sul posto negli ultimi mesi per denunciare l'assenza di riscaldamento in alcuni stabili e la mancanza di manutenzione negli edifici dell'Ater.

I liquami in risalita a casa di Francesca: «Li abbiamo chiamati noi gli operai»
In via Capraia, a 300 metri da viale Jonio, i residenti di un appartamento, che preferiscono rimanere anonimi, hanno riparato a proprie spese i danni causati dai liquami in risalita che avevano annerito e scrostato le pareti. «Mancavo da casa da circa un mese per un problema di salute - ha detto Francesca (nome di fantasia, ndr), e quando sono tornata ho trovato tutto rovinato. Abbiamo chiamato noi gli operai che hanno raschiato i muri e rifatto l’intonaco». I segni di questa situazione sono ancora visibili sul pianerottolo dove l’intonaco non è mai stato riparato. Nella stessa palazzina ci sono infiltrazioni anche sul terrazzo sebbene per circa una metà sia stato recentemente riparato dall’Ater con l’installazione di una guaina nuova.
«In questi stabili ci sono tanti fenomeni di infiltrazione perché o si ottura la colonna di scarico dell’intero palazzo oppure manca la guaina isolante sui terrazzi e la sua assenza provoca un’ingente perdita di acqua tanto che le persone spesso sono costrette a contenerla in delle bacinelle», spiega Simone Filomena, consigliere al III municipio di Sce e volontario presso uno sportello territoriale sulle politiche abitative.
Palazzine di sei piani senza ascensore: «Mio marito con il parkinson non poteva uscire di casa»
Sempre nel complesso di via Capraia, l’Ater ha stanziato dei fondi per l’installazione di un’ascensore in una palazzina dove sono presenti molti over 65 e persone con disabilità. Dopo uno stop di alcuni mesi, i lavori sono ricominciati proprio in questi giorni.
Quello dell’ascensore è un tema ricorrente: molti stabili di cinque, sei piani ne sono sforniti. «Abbiamo fatto la domanda 3, 4 anni fa - racconta una residente di via Tonale - lo ricordo bene perché mio marito, che poi è morto, era invalido, aveva il parkinson e per mesi non è uscito di casa perché non riusciva a scendere e salire le scale. Ci hanno detto che la domanda era stata accettata e che la regione avrebbe stanziato i fondi che sarebbero stati integrati con la nostra quota, e noi eravamo d'accordo, ma poi nulla è accaduto». Come ci ha spiegato l’Ater, l’azienda prende in considerazione i condomini che fanno uno specifica richiesta e che hanno determinate caratteristiche (ad esempio la presenza di persone disabili, ndr), che poi entrano in una graduatoria. «In programmi abbiamo una serie di interventi per abbattere le barriere architettoniche, alcuni sono in fase di progettazione», ha sottolineato l’azienda aggiungendo che «le domande sono veramente tante».
«Riscaldamento due ore al giorno»
A via Tonale, alcuni residenti si occupano autonomamente della piccola manutenzione. Ad esempio Adriana cambia le lampadine del cortile per evitare che lo stabile resti al buio. In merito alla situazione del riscaldamento - più volte finita sui giornali negli ultimi mesi - Adriana ci ha raccontato che «i termosifoni non funzionavano perché c’era un problema all’impianto ma poi lo hanno riparato: dall’inizio di novembre solo per un mese è stato funzionante. Ora viene acceso alle due del pomeriggio per spegnersi alle quattro perché poi il sistema va in blocco».

Cadono acqua e intonaco dal terrazzo: «La richiesta di intervento risale al 2018»
Da casa di Adriana, nel lotto quattro del civico 32, al fabbricato cinque, scala «e» bisogna salire cinque piani per arrivare al terrazzo che risulta interdetto da un nastro bianco e rosso a causa di un’infiltrazione tra la tromba delle scale e il tetto. L’acqua e l’intonaco cadono in tre bacinelle di fortuna posizionate dai residenti. La richiesta di intervento per la riparazione è stata inviata nel 2018. La signora che abita lì ci mostra la corrispondenza: la lettera scritta da suo figlio risale al 10 dicembre del 2018. Due giorni dopo l’urp dell’Ater ha risposto di aver richiesto l’intervento dell’ufficio tecnico. Ma da allora la situazione è peggiorata e la riparazione non è mai avvenuta.
«Servono fondi e interventi strutturali»
«La situazione è molto grave perché le case non sono più in condizione di essere vissute dai cittadini: voragini da cui fuoriescono topi, muffa, infiltrazioni sono fenomeni allarmanti», dice il consigliere Filomena. «L’ater ha i conti in rosso - aggiunge - e non riesce a fare manutenzione ordinaria mentre ogni tanto, nei casi estremi, si occupa di quella straordinaria. Per il consigliere «urge un intervento strutturale che permetta alla regione di destinare fondi importanti all'Ater per risolvere le varie criticità».