A due anni dall'incendio a Colli Aniene si prepara la prima udienza. Bonus affitti in arrivo dal Campidoglio
- Giacomo Zito
- 17 giu
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 19 giu
Ancora 14 le famiglie che devono ritornare a casa, la speranza è che dal pm si possa finalmente ottenere il dissequestro del cantiere fermo ancora all'incendio del 2 giugno 2023

Seicento euro in buoni da parte di un supermercato della zona e circa 2.600 euro raccolti da cittadini privati grazie alla Croce Rossa. Questo è il totale degli aiuti economici che Monica Errico, inquilina di largo Nino Franchellucci 79, racconta di aver ricevuto - finora - dopo aver rischiato la vita ed esser rimasta ustionata nell’incendio che il 2 giugno 2023 colpì la sua e altre due palazzine adiacenti in zona Colli Aniene.
Il 18 giugno 2025, a 747 giorni di distanza, ci sarà anche lei all’udienza a piazzale Clodio in cui si saprà se potrà tornare a vivere nella casa che, a causa del rogo, ha dovuto abbandonare. La sua richiesta - insieme a quella di altre 13 famiglie - è di poter finalmente togliere il sequestro alle facciate bruciate per poter così terminare la bonifica, rifare gli infissi e tornare ad abitare gli appartamenti nelle due colonne più colpite, situate ai civici 79 e 81 di largo Franchellucci, nel IV municipio.
Nel frattempo, a meno da una settimana dall’udienza, sono giunte finalmente buone notizie dal Campidoglio: il bonus affitto promesso all'indomani dell'incendio è stato approvato ma non sarà retroattivo. Così arriveranno infine degli aiuti alle famiglie che si sono dovute adeguare autonomamente, anche se non coprirebbe i costi già sostenuti nel corso di questi due anni.
I due anni di battaglie degli inquilini di largo Franchellucci
La triste vicenda dei condomini di largo Franchellucci iniziò quando, per cause ancora da accertare, nel magazzino del cantiere per la realizzazione del cappotto termico della struttura scoppiò nel pomeriggio del 2 giugno 2023 un vasto incendio. Dal piano terra su fino alla terrazza, le fiamme avvolsero i tre civici a Colli Aniene, portando con sé la vita di Antonio D’Amato, 80enne originario di Velletri, e provocando decine di feriti tra cui pesanti ustioni sui corpi di Monica e Sonia.
Centinaia le persone in un primo momento sfollate, cantieri bloccati e sequestrati e cinque ditte indagate. Il giorno dopo si presentarono sul posto le istituzioni che promisero ai cittadini che non sarebbero stati lasciati soli. Gli aiuti dei servizi sociali arrivarono a chi ne aveva diritto, mentre agli altri veniva proposto solo un posto letto in emergenza in una struttura alberghiera.
A seguito delle ustioni subite, Monica e Sonia passarono due giorni intubate in terapia intensiva al Sant’Eugenio da cui ne uscirono dopo un mese e mezzo circa. Le due donne vennero salvate, «tirate per i capelli» racconta la signora Monica Errico, ma dal salvataggio alla riabilitazione la strada è lunga, complicata dalle tempistiche di un sistema sanitario incapace di seguire con le dovute attenzioni i propri pazienti.
Nel frattempo dalle strutture alberghiere in cui vennero smistati, gli sfollati dovettero presto trovare autonomamente delle soluzioni, in attesa di poter tornare nella propria abitazione. La signora Errico, ad esempio, scelse con il marito di andare a casa della madre. Nel frattempo, si continuavano a pagare tasse, bollette e mutui.
Tempus fugit e si arriva a giugno del 2024, un anno dopo la tragedia, quando ormai una buona parte dei condomini era tornata nei propri appartamenti. Nel mezzo ci sono stati mesi di proteste e preoccupazioni, banalmente anche solo per la protezione di quel poco che nelle case era rimasto. In diverse occasioni, infatti, i condomini accusarono il passaggio di notte di rapinatori che, approfittando della situazione, arrivarono a rubare tutto ciò che gli passava per la mano, anche i pomelli delle porte d’ingresso delle case.
Chi però non poteva ancora tornare a casa erano - e sono tutt'ora - i residenti delle due colonne più colpite dall’incendio (tra il civico 79 e 81), circa 14 famiglie. Il motivo è dato dalle indagini in corso per accertare le cause dell’incendio su cui devono essere stabilite diverse responsabilità, come ad esempio quelle sui materiali usati per la coibentazione (e sulle loro proprietà ignifughe), le tempistiche del cantiere o il posizionamento delle impalcature.
La raccolta di prove si è conclusa e le case dovrebbero poter tornare agibili. A dirlo è il perito - con parere favorevole della procura - nonostante la perizia non sia ancora stata consegnata. L’avvocato della parte lesa, Ivo Sangiorgio, è fiducioso del fatto che dal giudice dell'udienza preliminare si possa finalmente ottenere il via libera. È dopotutto interesse dei suoi assistiti che le indagini possano accertare tutte le responsabilità del caso, ma questo non toglie che concluse le comparazioni non si possa infine permettere a tutte e tutti di tornare a vivere negli appartamenti colpiti. Anche su questo ci si aspetta delle novità nell’udienza del 18 giugno, oltre a una proroga per la consegna della perizia.
Il lavoro in Campidoglio per un aiuto economico
L’amministrazione comunale in tutta questa vicenda si mosse nel settembre 2023 con l'inizio dei lavori di una delibera dell’assessore Tobia Zevi in cui si prevedeva un bonus affitti per gli sfollati. Dopo vicende alterne fatte di continui rinvii tra Corte dei conti e ragioneria di Roma, il lavoro si è quindi intrecciato con una necessità più ampia per la città e con un obiettivo più ambizioso. Si è infine dovuto aspettare giugno del 2025 per ottenere finalmente un risultato concreto.
Nel nuovo regolamento per contrastare la crisi abitativa di Roma è infatti previsto un provvedimento anche per gli abitanti di largo Franchellucci. Tra i tre tipi di fondi erogabili per le persone in difficoltà abitativa ne è previsto uno “temporaneo” corrisposto fino a un massimo di un anno, prorogabile fino a un massimo di altri 12 mesi.
Il contributo temporaneo è diretto a persone rimaste senza casa per calamità naturali, provvedimenti pubblica sicurezza o per morosità incolpevole e prevede un contributo all’affitto tramite il dipartimento Patrimonio e fino a un massimo di 500 euro per famiglie con reddito limite di 54mila euro. Un risultato concreto per chi da due anni aspettava una risposta dal Comune, nonostante l’erogazione non sia retroattiva e non copra quindi i costi già sostenuti.
Il caso aperto del superbonus
Le battaglie degli inquilini di largo Franchellucci non si fermano però qui. Un altro fronte venne infatti aperto a Montecitorio grazie al lavoro del deputato del Pd Andrea Casu. I lavori in corso per il cappotto termico nei palazzi andati a fuoco erano stati decisi con l’intenzione di aderire al superbonus 110% che, però, richiedeva per la sua validazione delle tempistiche chiare.
Tempistiche che, a causa dell’incendio, non si sono potute ovviamente rispettare. Che fare dunque? I condomini vengono ricevuti a palazzo Chigi per capire se si può agire in deroga anche in questo caso, così come se fosse un evento naturale imprevisto o comunque lontano dalle responsabilità condominiali. Il risultato è però un nulla di fatto e ora c’è il rischio che le ditte del cantiere possano chiedere il pagamento dei lavori compiuti fino al momento dell’incendio. Le cifre si aggirano attorno ai 50mila euro a nucleo familiare.
La situazione oggi: gli aiuti, gli appelli e le necessità
Il 2 giugno del 2025 sono passati due anni da quella terribile vicenda. La presidente del Comitato di Quartiere Colli Aniene, Gabriella Masella, la ricorda in un lungo post sul gruppo Facebook di zona, invitando i cittadini a seguire le altre attività correlate a cura del Cdq.
Tra queste ce n’è una in particolare legata a quell’evento. Dall’altro lato rispetto a largo Franchellucci, infatti, le palazzine affacciano su via Edoardo d’Onofrio, la stessa via su cui hanno parcheggiato i mezzi di soccorso il giorno in cui sono stati chiamati in massa nel quartiere. Oggi come allora in questa via non è mai stato fatto un lavoro per regolamentare la sosta selvaggia che, occupando tutta la strada, rende il passaggio spesso difficoltoso - se non impossibile per dei mezzi più grandi di un’auto privata. Secondo Masella, che la via fosse sgombra in quel giorno di festa di due anni fa è quindi una “fortuita” coincidenza. Se l'incendio fosse avvenuto in un giorno lavorativo, infatti, per i mezzi di soccorso sarebbe stato molto più difficile intervenire.
Oggi l’ingresso delle tre palazzine da via d’Onofrio è ancora parzialmente chiuso. Un corridoio nel colonnato perimetrale alla struttura permette di accedere alla zona condominiale da cui poi si può entrare nelle diverse palazzine. Tra le macerie, i muri e pavimenti anneriti, i pannelli isolanti lasciati sotto le intemperie e i resti di bivacchi notturni è stato costruito un corridoio che permette ai condomini di salire nelle proprie case. Nelle rampe di scale, grazie al lavoro dell’assicurazione del palazzo, i muri sono stati ridipinti e si vede una situazione più dignitosa. I resti delle facciate andate a fuoco, però, continuano ad apparire dalle finestre, ancora coperti dalle impalcature ferme da due anni.
A chi ha vissuto quella tragedia rimane il ricordo di evento traumatico. Sonia racconta di suo figlio che spesso continua a ripetere quello che ha visto e sentito in quella giornata passata insieme alla madre dentro casa. Nonostante gli incontri dallo psicologo, infatti, il superamento del trauma si prevede ancora lungo o almeno così sarà fino a quando, uscendo e rientrando a casa, continuerà a vedere i resti di quella tragedia che ha segnato una parte importante della sua vita.