«Il Governo non ci ha ascoltato», le associazioni in piazza contro il nuovo codice della strada
Multe più salate per chi usa il telefono alla guida e inasprimento delle sanzioni per chi viene colto in stato di ebbrezza al volante. La riforma del codice della strada agisce sul versante della repressione ma scoraggia la mobilità attiva.
Il nuovo codice della strada sarà approvato, con ogni probabilità, in Senato nella seconda metà di novembre. Il centro destra e il Governo sono andati avanti nonostante gli emendamenti delle opposizioni e le proteste delle associazioni. Così, sarà licenziato un testo con un impianto prettamente repressivo che tralascia le proposte tese alla prevenzione degli incidenti, soprattutto nelle città. Una riforma che non piace soprattutto a chi si occupa di mobilità attiva e che a Roma si batte per la riduzione della velocità, per la realizzazione delle strade scolastiche, degli attraversamenti pedonali rialzati, delle zone 30 e delle piste ciclabili. Chi pensa che lo spazio urbano vada rivisto per contemperare i diritti di tutti: dei veicoli a motore ma anche di coloro che si spostano a piedi che sono i soggetti più vulnerabili della strada. Tanto che la Capitale detiene in Italia, insieme a Milano, il triste primato di pedoni morti nel 2023. Una statistica che si sta confermando anche nell’anno in corso.
In piazza per fermare il «Codice della strage»
Per fermare quello che è stato ribattezzato il «Codice della strage», il Movimento diritti dei pedoni, insieme alle altre associazioni romane che si occupano di sicurezza stradale, ha organizzato un presidio per domenica 17 novembre alle 10:30 in piazza della Chiesa Nuova. La votazione del Senato dovrebbe essere prevista qualche giorno dopo, proprio in prossimità del 19 novembre quando si celebra la Giornata mondiale in ricordo delle Vittime sulla strada. Per questa concomitanza gli attivisti parlano di «uno sfregio inaccettabile» sottolineando che le istanze delle associazioni di familiari delle vittime non sono state accolte dal nuovo codice.«La riforma - scrivono nell’invito al presidio - è stata blindata dalla maggioranza e, oltre alle modifiche subito operative, con la legge-delega, il Governo potrà scrivere ex novo il Codice della Strada, secondo un impianto ostile a sicurezza e mobilità attiva». In particolare le associazioni ritengono che il nuovo codice «aumenterà il conflitto e la violenza stradale» e ci allontanerà dagli obiettivi di riduzione degli incidenti e dalla promozione della mobilità sostenibile. In definitiva chiedono «un altro codice della strada» che «intervenga sulle reali cause, favorisca la mobilità attiva, protegga le persone più vulnerabili, tuteli appieno il diritto alla mobilità e alla salute di tutte e tutti».
Maggiori sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza e meno poteri dei comuni
Multe più salate per chi usa il telefono alla guida, fino 350 euro, e la perdita di 10 punti sulla patente per chi è alla seconda violazione; inasprimento delle sanzioni per chi viene colto alla guida in stato di ebbrezza e sotto effetti di stupefacenti. Queste alcune delle novità del codice della strada che agisce particolarmente sul versante della repressione depotenziando, di contro, la possibilità dei comuni di decidere in merito ad alcune questioni cittadine come le zone a traffico limitato. Altro tema su cui interviene la riforma è l’uso degli autovelox: in buona sostanza, se si viene fotografati da più dispositivi nello stesso tratto di strada e nell'arco di un'ora, le sanzioni non sono cumulabili. Verrà, invece, applicata solo la multa più grave, aumentata di un terzo. Inoltre le forze dell’ordine non potranno installare autovelox in aree con limite inferiore ai 50 km/h. Quanto alle multe per eccesso di velocità, è previsto l'aumento: fino a 1.084 euro in caso di recidiva, con sospensione della patente da due settimane a un mese.
Velocità e distrazione le prime cause degli incidenti
L’errore umano è la principale causa degli incidenti, secondo esperti e associazioni del settore che addebitano al mancato rispetto delle regole il fattore scatenante della maggior parte dei sinistri. Tra le principali cause di incidenti, come rileva il rapporto dell’Istat 2023, si confermano: la distrazione (33.144 incidenti, il 15,1 per cento del totale), il mancato rispetto della precedenza o del semaforo (28.389 incidenti, il 12,9 cento), l'alta velocità (18.524, 8,4 per cento). Ecco perché, dati alla mano, il tema della prevenzione è prioritario per affrontare la questione della sicurezza stradale.
Roma, la città dove si muore di più nelle strade
A Roma nel corso del 2023 si sono verificati 12815 incidenti stradali che hanno provocato 154 morti e 16021 feriti. In totale sono state coinvolte oltre 2mila automobili, 981 motocicli e 151 biciclette. Secondo i dati dell’Istat elaborati insieme all’Aci, in Italia scende lievemente il dato di chi perde la vita negli incidenti stradali ma Roma è in contro tendenza, confermandosi la città dove si muore di più nelle strade. Ad avere la peggio sono i motociclisti e a seguire i pedoni. Ne sono morti 55 nel 2023: 36 uomini e 19 donne. Tra loro più della metà sono persone anziane: 18 uomini e 15 donne di 65 anni e oltre. Ma anche un giovane under 20 ha perso la vita lo scorso anno camminando per strada.
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