Il cantautore Giorgio Poi e l'attore Luca Marinelli in duetto con «Solo per gioco» [VIDEO]
- Edoardo Iacolucci
- 6 ore fa
- Tempo di lettura: 2 min
Il brano è la colonna sonora del film «Paternal Leave di Alissa Jung, uscito il 15 maggio con Vision Distribution, esplora i territori emotivi della paternità negata e dell’assenza, un tema che trova eco nella delicata malinconia della canzone
![Il cantautore Giorgio Poi e l'attore Luca Marinelli in duetto con «Solo per gioco» [VIDEO]](https://static.wixstatic.com/media/e91775_982a9b503d7149458882c451a62f9239~mv2.jpg/v1/fill/w_889,h_603,al_c,q_85,enc_avif,quality_auto/e91775_982a9b503d7149458882c451a62f9239~mv2.jpg)
Sorprendente ed autentico, l’incontro artistico tra Luca Marinelli e Giorgio Poi, due figure che nonostante provengano da arti differenti, riescono a trovare la giusta sintonia. Il risultato è «Solo per Gioco», brano che accompagna la colonna sonora di Paternal Leave, debutto alla regia della tedesca Alissa Jung.
Il film, in uscita il 15 maggio con Vision Distribution, esplora i territori emotivi della paternità negata e dell’assenza, un tema che trova eco nella delicata malinconia della canzone.
Giorgio Poi e Luca Marinelli: un’amicizia che diventa sinergia creativa
Marinelli e Poi condividono un’amicizia di lunga data, e proprio da questa relazione nasce un esperimento musicale misurato ed elegante. Nella versione originale del film, la canzone era interpretata soltanto da Marinelli, già noto per occasionali incursioni nel mondo musicale - la sua follemente esilarante reinterpretazione di «Un’emozione da poco» in Lo chiamavano Jeeg Robot o il ruolo di Fabrizio De André in Principe Libero, dove cantava con la propria voce i brani più celebri del cantautore genovese.
Dopo le prime anteprime del film, Marinelli e Poi hanno scelto di rientrare in studio - lo Studio33 di Roma, con il fonico Daniele Gennaretti - per registrare una nuova versione a due voci. Il videoclip, pubblicato dall'etichetta musicale Bomba dischi, diretto da Alissa Jung stessa, arricchisce il dialogo tra immagine e suono, mantenendo quella sobrietà e nostalgia visiva proprio del film.
Paternal Leave: il silenzio per parlare dei legami spezzati
Se «Solo per Gioco» è il commento musicale a una storia di assenze, Paternal Leave ne è la rappresentazione cinematografica. Ambientato tra le spiagge fuori stagione della Riviera romagnola, il film segue Leo, un’adolescente tedesca che intraprende un viaggio per incontrare il padre biologico, Paolo (interpretato da Marinelli), mai conosciuto e ormai intrappolato nei propri fallimenti emotivi.
La regia di Jung, al suo esordio dietro la macchina da presa, si muove tra silenzi carichi di significato e gesti mancati, evitando facili sentimentalismi. La fotografia adotta colori desaturati, quasi a suggerire la qualità sfocata dei ricordi mai vissuti, mentre il racconto si dipana in un equilibrio precario tra speranza e disillusione.
Il titolo gioca con amara ironia sul concetto di «congedo paterno»: non solo un diritto non esercitato, ma anche una metafora di distanze emotive e responsabilità da cui si continua a fuggire.
Brano tra cinema e vita
Lontano dalle logiche del singolo commerciale, «Solo per Gioco» si configura come un piccolo gesto artistico, capace di suggerire più che dichiarare, di evocare senza forzature. La canzone riflette il cuore tematico del film: l’incapacità di essere presenti, la difficoltà di comunicare ciò che davvero conta, la speranza – forse vana – che basti un gesto, o una canzone, per colmare l’abisso.
In un panorama cinematografico e musicale spesso dominato da grandi dichiarazioni e toni enfatici, la collaborazione tra Marinelli e Poi sceglie un altro percorso: quello dell’essenzialità e del pudore emotivo. Un’opera che, proprio nella sua discrezione, riesce a lasciare un’impronta profonda.