
Le indagini sull’aggressione avvenuta il 25 ottobre nel parco di Tor Tre Teste entrano in una nuova fase. Quella notte, una coppia di giovani appartata in auto è stata assalita da un gruppo di uomini. La ragazza, 18 anni, è stata costretta a lasciare il veicolo e violentata, mentre il fidanzato, 24 anni, veniva immobilizzato.
In un primo momento gli aggressori erano stati indicati come tre nordafricani. Tre uomini sono stati infatti identificati e fermati. Ma gli elementi raccolti nelle ultime ore stanno ridisegnando la dinamica del crimine.
Subito dopo la violenza, intorno alle 3.30, la ragazza è stata trasportata al Policlinico Casilino, dove ha riferito ai medici e alla polizia quanto accaduto nel parco, sul lato di via del Pergolato.
Dopo essere stata minacciata da uno dei malviventi, la giovane ha raccontato di essere stata costretta a seguirlo fuori dall’auto fino a una zona più isolata, dove si sono ritrovati da soli e senza testimoni.
«A questo punto» – riporta il referto medico – l’aggressore l’ha obbligata a un rapporto sessuale non consenziente, completo e non protetto.
Gli ultimi riscontri di laboratorio hanno cambiato il quadro investigativo: il Dna prelevato dalle tracce biologiche trovate sul luogo della violenza non appartiene al giovane inizialmente indicato come l’autore dello stupro.
Non combacia neanche con quello degli altri due arrestati.
Gli inquirenti ritengono quindi che la banda fosse composta non da tre persone, ma da cinque, proprio come denunciato sin da subito dalla vittima e dal suo fidanzato.
I tre uomini interrogati dopo il fermo hanno negato ogni coinvolgimento diretto nella violenza sessuale, indicando come responsabile un quarto uomo, descritto come un connazionale di nazionalità tunisina.
La squadra mobile di Roma sta ora cercando altri due membri della gang, mentre la Procura coordina le attività investigative per chiarire ruoli e responsabilità di ciascuno.
La coppia si era appartata in un’area isolata del parco quando l’auto è stata colpita e uno dei finestrini è andato in frantumi, segno che l’episodio sarebbe iniziato come una rapina. I due ragazzi sono stati separati con la forza: mentre il giovane veniva bloccato, la ragazza veniva trascinata via.
Terminata la violenza, il gruppo si è dileguato. I due giovani hanno poi chiamato i soccorsi e sporto denuncia, fornendo le prime informazioni fondamentali.
La vittima, ancora sotto choc, sarà seguita nei prossimi giorni con supporto psicologico specializzato. Intanto gli investigatori continuano a lavorare per individuare gli ultimi due membri della banda e ricostruire nel dettaglio ogni fase dell’aggressione.
Il quadro che emerge è quello di un’azione violenta e organizzata, messa in atto da un gruppo composto da cinque uomini, responsabili di una delle aggressioni più gravi e sconvolgenti registrate negli ultimi mesi nella capitale.
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