Roma, 19 settembre 2025
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«Silenzio quando i bambini dormono non quando muoiono»: lo sciopero per Gaza tra Torpignattara, Pigneto e Quadraro

A Torpignattara, Pigneto e Quadraro è in corso il primo sciopero di quartiere per la Palestina: scuole, negozi e associazioni chiudono per chiedere il cessate il fuoco e manifestare contro l’occupazione a Gaza

di Edoardo IacolucciULTIMO AGGIORNAMENTO 15 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

«Silenzio quando i bambini dormono non quando muoiono». È la grande scritta nera su uno striscione bianco sollevato da alcuni residenti di Torpignattara, Pigneto e Quadraro. Poco più in là un altro grande striscione giallo recita «Quartieri solidali che sanno da che parte stare», mentre in mezzo campeggia vistosa la bandiera della Palestina.

Lo sciopero, «il primo autorganizzato», prende il via fin dal mattino e ora - sono circa le 12 - è in pieno svolgimento. L’iniziativa è cominciata con un presidio dei genitori della scuola elementare Carlo Pisacane e prosegue per tutta la giornata, attraversando le strade con bandiere, cartelli e striscioni che chiedono la fine immediata dei bombardamenti e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, mentre continuano i raid con l’ingresso delle forze di Israele a Gaza City.

Quartieri in sciopero: scuole, negozi e associazioni chiusi

«Puoi chiudere il negozio e il locale tutto il giorno o nelle fasce orarie 9-12 e 18-21» si legge nei volantini già diffusi nei giorni scorsi, «puoi non andare a scuola o a lavoro e organizzare appuntamenti in strada e azioni». Con l'invito a rendere «visibile l’adesione allo sciopero dal balcone di casa con bandiere o striscioni».

A incrociare le braccia infatti non sono solo attivisti e studenti: anche piccoli negozi di quartiere, botteghe artigiane e associazioni, che oggi hanno abbassato le serrande in segno di solidarietà con la popolazione palestinese.

«I territori delle nostre città non stanno in silenzio»

Tra le realtà aderenti c’è A Buon Diritto, onlus con sede al Quadraro che da decenni si occupa di privazione della libertà, immigrazione e diritti umani e civili: «Aderiamo allo sciopero di quartiere per la Palestina autorganizzato da chi vive e lavora a Torpignattara, Pigneto e Quadraro. I territori delle nostre città non stanno in silenzio: tante le iniziative di questa giornata, per non smettere di parlare di Palestina, per continuare a schierarci contro il genocidio di Israele a Gaza, per la fine del regime di occupazione e apartheid, per una Palestina libera».

Aderiscono anche associazioni di genitori, come quella della Scuola Primaria e dell'Infanzia Enrico Toti di Roma. E insieme a loro, i membri dell’associazione ecologista indipendente A Sud: «Oggi ci fermiamo: dal lavoro, dal comprare, dallo spendere, dal consumare. Lo facciamo in solidarietà a Gaza, sotto assedio criminale da mesi e da ieri nascosta da un blackout imposto da chi vuole cancellarne la voce».

Il sindacato SI Cobas ha comunicato ufficialmente lo sciopero su Roma e provincia, garantendo copertura legale ai lavoratori: «Il coordinamento provinciale di Roma del S.I. Cobas aderisce all’appello dell’International global strike for Gaza e alle iniziative che nella giornata del 18 settembre» anche «in risposta alla crescente crisi economica dovuta all’economia di guerra che si rispecchia nei recenti rinnovi di Ccnl tra i più bassi nella parte economica degli ultimi decenni».

Azioni diffuse e cena sociale a largo Perestrello

Nel pomeriggio sono disegni per la Palestina con i bambini nei giardini e nelle aree pedonali, incontri tra insegnanti, studenti e genitori delle scuole della zona sud di Roma «per costruire iniziative sulla Palestina» e momenti di meditazione collettiva nei parchi del quartiere. Cortei spontanei partiranno da Via dei Ciceri e da Piazza Roberto Malatesta per confluire a Largo Bartolomeo Perestrello, cuore simbolico della giornata.

La mobilitazione culmina con una cena sociale alle 19 a largo Perestrello.

Poi dalle 20 al circolo Sparwasser, al Pigneto, viene proiettato “The Sea between us” film documentario della regista Jenna Vehviläinen che racconta le storie di migrazione, attraversando il Mediterraneo verso l'Europa. E a seguire un dibattito con Medici Senza Frontiere e Jenna Vehviläinen.

Gli scioperanti di A Sud ribadiscono che «non basta un giorno di sciopero. Questa lotta deve continuare finché la Palestina non sarà libera. Serve mobilitazione, pressione politica, accademica e istituzionale: basta complicità con Israele, basta rapporti che alimentano la violenza. Per questo scioperiamo oggi. E sciopereremo di nuovo lunedì 22».

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