
La Roma e i suoi tifosi sognano in grande. I giallorossi continuano il loro percorso di cinismo estremo con l’ennesimo 1-0 di corto muso, come direbbe il vate della vittoria di misura Max Allegri. A salire in cattedra il fuoriclasse argentino Dybala, che replica di destro sulla respinta dell’ottimo Muric sul destro di Cristante. Roma prima insieme al Napoli con soli 8 gol fatti ma con una rocciosità difensiva che sembra consolidarsi partita dopo partita nonostante i diversi interpreti.
Con soli tre gol subiti in campionato la Roma sta dimostrando che le squadre di Gasperini non sono solo votate all’attacco. Anzi, in questo momento stanno proprio mancando quelle trame offensive che da circa un decennio hanno folgorato il mondo del calcio grazie a quell’Atalanta da più di 100 gol stagionali in media. C’è però da dire che la Roma, così costruita e come oggiè stata messa in campo, è di fatto una formazione difensiva: tolti Dybala e Bailey, il giocatore con più proiezione offensiva è Wesley. In mezzo al campo la cerniera orizzontale Koné-Cristante-El Aynaoui significa tanta corsa, dominio sulle seconde palle e recuperi palla infiniti. Se Tsimikas è una scelta obbligata e difensiva per contenere Berardi, il resto dei ruoli è composto dai tre difensori centrali Ndicka, Mancini e Celik e dall’unica spinta offensiva reale di Wesley.
Si è accesa una luce nell’attacco giallorosso e come al solito parla spagnolo. Anzi argentino. Se Soulé è stato onnipresente e ha realizzato 3 gol e 2 assist, non risulta ancora la matrice della produzione offensiva. In poche parole, non si è ancora «caricato l’attacco sulle spalle». La maturità del campione invece ha reso Dybala il perno assoluto di tutte le azioni più ghiotte della Roma. Da lui passa il gol del vantaggio, con un tocco delizioso e perfettamente calibrato sulla corsa di Cristante che calcia a incrociare. Poi sempre lui raccoglie la respinta di destro accartocciandosi su se stesso.
L’ingresso nel secondo tempo prima di Dobvyk e poi di Pellegrini hanno fatto comunque ben presagire per il futuro. Un colpo di testa debole e poco convinto dell’attaccante ucraino sembra pronosticare l’ennesima puntata della serie sui gol sbagliati da Dobvyk. E invece gioca una buona partita servendo diverse sponde di prima - il miglior repertorio del centravanti ex Girona - molto pericolose in area. Una di queste serve Pellegrini che con uno scavino delizioso colpisce il palo appena entrato in campo. L’ex capitano giallorosso è entrato vivissimo e con qualità. Saranno passati i fantasmi del passato incostante e scarico fisicamente?
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